Posts Tagged: vita affettiva

L’età dell’assaporare

Maria ha raccontato la sua storia con grande sincerità. Ho concordato con la protagonista della storia di non usare il suo nome vero, ma un nome di fantasia, Maria appunto.

“In pensione da qualche anno, ho svolto un lavoro di responsabilità, complesso e delicato, che mi ha portato ad impegnare tutta la mia intelligenza e caparbietà e a raggiungere significative realizzazioni personali all’interno di una carriera pesante per una donna, ma gratificante.
In gioventù sono stata una giovane signora graziosa e appetibile, non gratificata da un marito che non accettava le mie capacità, non era attratto e palesemente rifiutante; secondo lui, le mie qualità avrebbero dovuto rimanere su un piano ideal-teorico, ma non essere impegnate nella realtà. Negli anni queste divergenze sostanziali hanno portato a crescite personali separate e poi al divorzio.
Sono stata tormentata da una sessualità esuberante e non appagata, che mi ha indotto talora a cercare altrove conferme, commettendo sciocchezze e innamorandomi anche di uomini regolarmente sposati, che mi davano piuttosto l’impressione di usarmi per tenere in piedi i loro fragili matrimoni.
Da senior, divorziata da molto tempo, mi sono ritrovata, improvvisamente libera dalla mia libido, che mi condizionava a competere, a piacere, a cercare di sedurre e conquistare, anche se non era certamente la via per raggiungere l’affetto nella forma che desideravo.
Per me, l’arrivo della piena maturità, che mi ha regalato tra l’altro la cessazione delle poussée ormonali, è giunto come una liberazione da impulsi e conflittualità che mi facevano assumere comportamenti, che poi mi ritornavano in negativo, che mi complicavano la vita e soprattutto mi davano molta sofferenza, con ricaduta sull’autostima e sull’insicurezza.
Trovo che la terza età, che segue l’epoca del fare e dell’avere per soddisfare, rappresenti la stagione dell’assaporare. Ora assaporo una vita meno faticosa, con meno lavoro, meno responsabilità, meno competizione. Ora posso godere le amicizie vere e scelte e non, come spesso accade, quelle imposte dal lavoro o da altre convenienze contingenti. Mi è sempre piaciuto cucinare, invitare, ma, col mio lavoro impegnativo, facevo la spesa alle sette di sera e cucinavo di notte per la sera successiva, con l’ansia incalzante della prestazione, come in qualunque campo, e con la preoccupazione del giudizio. Ora, posso dedicare tempo a cucinare in serenità, a invitare gli amici, a fare la spesa, senza sottrarre, per questo, tempo al mio sonno. Mi è sempre piaciuto leggere, ora continuo a leggere di notte per scelta come momento di personale raccoglimento.
Quando ormai non me lo aspettavo più, la vita mi ha regalato l’incontro con un uomo maturo che riesce a valorizzarmi, sa sorvolare i miei lati meno positivi e ora è il mio compagno. Durante una recente malattia ho potuto apprezzare la sua capacità di accettare le modificazioni della mia persona, nell’aspetto, nella efficienza, la diminuzione delle energie, ed anche dell’appetito sessuale: scoprire che i limiti, non chiamiamoli difetti, vengono accettati e visti come quello che si è e non un’altra immaginata, è un bel regalo della vita.
Ho fatto una scelta egoistica, in linea con altre scelte importanti della mia vita, in cui ho chiari i miei bisogni ed i miei limiti, di non vivere insieme, ma di continuare a stare in città diverse, di stare insieme a periodi, quando possiamo condividere l’amore per l’Arte, la musica, i viaggi, e i tempi per coltivarli insieme. E assaporo tutto questo…..la terza età è una stagione della vita veramente a sorpresa, interessante, con meno tensioni e molto più spazio per sé, compresi i propri difetti.”

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Lutti, nuovi amori e figli

Mi capita sempre più spesso negli ultimi tempi di sentire di conoscenti over60 che avviano una nuova relazione sentimentale.  Qualche volta si tratta di persone che in passato sono state single, più frequentemente sono uomini e donne che hanno alle spalle rapporti di coppia lunghi che ad un certo punto sono finiti. Ci sono anche, tra questi ultimi, coloro che hanno conosciuto il grande dolore della morte del partner e che dopo un periodo più o meno lungo di lutto e di sofferenza, si sono riaffacciati alla  vita e hanno trovato un nuovo compagno o una nuova compagna, di cui si sono innamorati o comunque con cui hanno deciso di trascorrere un pezzo della vita.  Nelle due storie che conosco di Cristina e di Renzo (entrambi nomi di fantasia), uno dei problemi più sentiti in quanto nuova coppia senior con alle spalle un matrimonio finito con la morte di uno dei partner, è la difficile reazione dei figli grandi.

I sentimenti dei figli di fronte ad un nuovo rapporto di uno dei genitori sono sempre un tasto delicato, qualunque sia la loro età e l’età dei loro genitori, ma la faccenda pare complicarsi ulteriormente se il genitore è un senior e se l’altro genitore è morto.

Cristina ha 65 anni, suo marito è spirato due anni fa dopo una lunga malattia e lei gli è stata vicino fino all’ultimo. Dopo circa un anno un coetaneo ha iniziato a corteggiarla discretamente e lei non è rimasta insensibile ai modi di questa persona. Tra mille dubbi, ha avviato questa nuova relazione e ora, a distanza di mesi, pensa di aver fatto la cosa giusta. I suoi tre figli sono tutti autonomi e hanno una loro famiglia. Però quando Cristina ha comunicato loro, tra mille imbarazzi, l’esistenza del suo nuovo compagno, la reazione è stata prima di incredulità, poi di opposizione crudele. Compatti, hanno preso le distanze, l’hanno fatta sentire in colpa e hanno diradato al minimo indispensabile le comunicazioni. Per la prima volta si sono occupati seriamente del patrimonio familiare e hanno invitato la madre, senza troppi giri di parole, a non frequentare con il suo nuovo partner la casa di campagna di famiglia, che sarebbe servita a loro e ai loro bebè nei weekend e durante le vacanze.

Anche nella storia di Renzo la reazione dei figli è stata un problema. Renzo è più anziano di Cristina, ha 77 anni e sua moglie è morta quando lui ne aveva 73. Gli anni precedenti erano stati di faticosa e penosa assistenza alla moglie malata, che lui aveva sempre amato con passione. I primi due anni successivi alla scomparsa della moglie Renzo era inconsolabile e i suoi due figli quarantenni sono subentrati nel compito di assistenza, questa volta a favore del padre che sembrava non farcela a superare il trauma. Poi, durante una vacanza estiva, è comparsa una signora di dieci anni più giovane, per cui Renzo ha subito provato simpatia, ricambiata, e nel giro di qualche settimana è nata una nuova coppia. Hanno adottato una regola per cui ciascuno mantiene la propria abitazione, ma la frequentazione è quotidiana e non c’è dubbio che la vita ora l’affrontano insieme. Figli contenti che il padre avesse ripreso vitalità ? Nemmeno per sogno. Uno ha impiegato un anno prima di accettare di conoscere la nuova compagna del padre e l’altro appena può esprime un giudizio morale negativo verso il proprio genitore.

Per fortuna, sia Cristina sia Renzo non hanno rinunciato alle loro nuove storie d’amore, ma certamente la serenità di entrambi è stata intaccata da come i figli hanno reagito.

Ormai si può tranquillamente sostenere che il pregiudizio negativo nei confronti dell’amore e dell’innamoramento dei senior sia stato superato, ma non è per niente da sottovalutare la psicologia dei figli nati da precedenti coppie, specialmente se alle spalle c’è il lutto per uno dei genitori.

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Che buffo, mi sono innamorata

Ebbene sì, quasi non oso dirlo, ma mi sono innamorata, adesso, a sessant’anni passati da un po’. Non volevo crederci e soprattutto non volevo cascarci e invece è successo. E’ buffo. Lui ha la mia età, l’ho conosciuto qualche mese fa tramite amici comuni (che banalità!), è ancora un bell’uomo, ha alle spalle un matrimonio con due figli finito da dieci anni ed è un appassionato di arte. Io non mi sono mai sposata e non ho figli ma anch’io ho alle spalle due storie importanti. Mi sembrava di avere già dato, per questo ero arciconvinta che il resto della mia vita sarebbe stata senza la compagnia di un uomo. Mi dicevo che avevo già sperimentato troppe emozioni e sentimenti per poter anche soltanto pensare di infilarmi di nuovo in una situazione di coppia. E in effetti per un bel po’ di tempo sono stata benissimo da sola, frequentando amiche e amici e facendo quel che mi pareva. Quando ho capito che lui dimostrava dell’interesse per me anche oltre l’amicizia la prima reazione che ho avuto è stata di farmi una risata, non volevo crederci. Poi anch’io mi sono resa conto che desideravo rivederlo e che il suo viso stava sempre in cima ai miei pensieri. Non dico che ero uscita di testa come una ragazzina alle prime armi, però insomma il sonno me l’aveva rovinato. Ora abbiamo deciso di provare a stare insieme, con una quantità di cautele da far paura, ma secondo me utili. Ognuno a casa sua, quando ceniamo insieme ci invitiamo un po’ a casa dell’una un po’ a casa dell’altro, i figli suoi per il momento preferisco non conoscerli. Sono coinvolta, felice, ma che rischio! In foto: Van Gogh, Coppia di innamorati

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Vi tenete ancora per mano ?

L’affettività e la sessualità delle coppie over50 sono l’oggetto di un’ampia indagine in corso di svolgimento negli Stati Uniti, ad opera della scrittrice Chrisanna Northrup, della sessuologa Pepper Schwartz e del sociologo James Witte. Finora sono state raccolte le risposte di oltre 8.000 senior (circa 70.000 gli intervistati comprendendo tutte le età). Qualche prima anticipazione sui risultati già si conosce, ad esempio che le coppie felici di lunga data sono quelle dove i partner continuano ad incoraggiarsi reciprocamente nelle relative passioni e ambizioni, oppure che il classico “I love you” parrebbe dichiarato assai più dai senior maschi che dalle coetanee femmine. Ma prima ancora dei risultati, che è un po’ presto per leggere in modo completo, sono le curiose domande poste che attirano l’attenzione e che danno l’idea di cosa, secondo i ricercatori, è importante per l’affettività e la sessualità.  Al di là delle scontate richieste di informazioni sulla frequenza e modalità dei rapporti sessuali, ecco qualche esempio di alcune delle domande di cui è composta l’indagine:

–       baci ancora in pubblico il tuo partner ?

–       hai mai letto le email del tuo partner ?

–       ti capita spesso di tenere le sue mani tra le tue ?

–       hai mai una sensazione di obbligo quando fai l’amore con lui/lei ?

–       vi baciate ancora appassionatamente ?

–       cosa vorresti di più dal tuo partner che non riesci ad ottenere ?

–       dici al tuo partner quanto la/lo trovi attraente ?

–       se dovessi ricominciare daccapo sceglieresti la stessa persona ?

“Cosa è normale ?” è il titolo scelto per l’indagine. Rimaniamo in attesa di sapere in cosa consiste il romanzo d’amore del senior americano “normale” di oggi.

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Una donna …semplice

Scrive Nonnarita: Mi presento? Ho 62 anni, sono qui davanti al pc e ho raccolto l’invito a raccontare la mia storia. Non è facile in 20 righe, ma ci proverò.
Sono nata a Perugia,una splendida città di provincia dove sono cresciuta e dove ho vissuto la mia gioventù. Vita semplice, studentessa responsabile, ma non secchiona, belle amicizie e vita spensierata. Poi è arrivato il primo vero innamoramento, mi sono perduta, mi sono poi sposata con lui e abbiamo creato una bella famiglia con tre figli sani e belli, bella professione, sono un medico. Avevo tutto e pensavo che la felicità mi era quasi dovuta e che non potesse mai finire. Poi il terremoto, un problema serio di un figlio, mio marito è scappato dalle responsabilità, se ne è andato con un’altra. Dopo 25 anni di matrimonio, il mondo non aveva più colore, ma ho resistito, ho lottato, cresciuto i miei figli, da sola. Il dolore era urente, si era spezzato il mio sogno e credevo che ormai la vita senza di lui non avesse più un senso.Poi, piano piano, la mia vita è cambiata, mi sono sentita sempre più forte e sicura, buone amicizie e sono andata avanti, cominciando ad apprezzare la mia indipendenza e la mia libertà. Ho lavorato molto, ma con soddisfazione. Poi la perdita di mio padre adorato, ma è stato un dolore dolce, perchè gli sono stata vicina sempre e ora so che lui mi guarda. Vita ora tranquilla: amici, casa, nipotini, burraco. A questa età all’improvviso mi sono innamorata perdutamente di una persona, e ho capito che così non avevo mai amato, con gioia e freschezza. Mi sono sentita ridicola e mi dicevo: “ma alla tua età”. Ma continua e lo voglio vivere senza paura.E’ una storia semplice, di una donna semplice, con una vita un po’ complicata.  In foto: una nonna con nipote.

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Socievoli e non

Sei un tipo socievole ? Se, ad esempio, sei il tipo che in qualunque situazione attacca bottone con lo sconosciuto di turno o si rifà vivo con le vecchie conoscenze dopo anni in cui ci si era persi di vista, la socievolezza dovrebbe essere un tuo punto forte. Se invece all’inizio di un lungo viaggio in treno ti si siede di fronte un altro passeggero e tu lo eviti con lo sguardo e ti immergi nella lettura di qualunque cosa ti capiti per le mani, allora mi sa che il punteggio di socievolezza che totalizzi non è il massimo. Così come quando ti annunciano che verranno a cena una decina di amici e tu, la prima reazione che hai, è di pensare a quante fastidiose faccende ci saranno da sbrigare per tenerli tutti a bada.

Il tipo socievole è avvantaggiato durante tutta la vita rispetto all’ “orso sociale”, ma in particolare lo è se mantiene questa sua caratteristica invecchiando. Sì, perché è acclarato che i rapporti sociali fanno bene sempre, ma in particolare aiutano durante l’invecchiamento su un gran numero di piani: dal punto di vista dell’allenamento mentale, da quello dell’equilibrio psicologico e naturalmente dal punto di vista affettivo.

Anche nell’indagine “Vita da senior” che “I ragazzi di sessant’anni” hanno svolto di recente emergono le virtù benefiche del coltivare le relazioni con gli altri. Sulla base delle esperienze dirette dei senior che sono stati intervistati o che hanno espresso la loro opinione on line, emerge che le migliori “pratiche” consistono a quest’età nel coltivare i rapporti con gli amici, nel mantenere i rapporti con i buoni conoscenti, ma anche nell’ aprirsi a nuove relazioni interpersonali.

Naturalmente il capitolo più ricco è quello degli amici, magari frequentati poco quando si era focalizzati di più sul lavoro e sui figli da far crescere, e ad un certo punto invece riscoperti. Avere una cerchia di amici cari e frequentarli con assiduità, senza alcun intento strumentale, è essenziale. E’ più facile che a questa età le amicizie siano di vecchia data, ma perché escludere anche nuove amicizie, pure con persone di età diversa dalla tua ? Con gli amici si condividono esperienze e racconti, ci si confida il bello e il brutto, si vivono insieme momenti di divertimento e di relax, si scambiano idee ma soprattutto ci si può lasciare andare confidando i propri dubbi e i propri timori. Allargando l’orizzonte, in generale tutti i conoscenti sono importanti per la nostra vita sociale perché ci consentono di evitare la fossilizzazione sulle nostre abitudini e sulle nostre convinzioni: farsi contagiare dalla passione per interessi e attività a cui da soli non saremmo arrivati, confrontarsi mettendo alla prova le nostre convinzioni, ascoltare punti di vista non necessariamente uguali ai nostri, sono tutti esempi di come la frequentazione di conoscenti può aiutare nel tenerci vivi.

Guai insomma, se ti riconosci come una persona poco socievole, ad assecondare questa tua inclinazione perché ti condurrà ad irrigidirti e ad una solitudine poco sopportabile nel tempo.

In dettaglio, i comportamenti emersi come migliori pratiche secondo l’esperienza dei ragazzi di sessant’anni sono:

– coltivare i rapporti con gli amici (avere una cerchia di amici cari, frequentare gli amici di vecchia data, comportarsi da buon amico, sentire e vedere frequentemente gli amici di sempre, godere dell’amicizia che altri ti donano, dar valore alle amicizie non superficiali, non dimenticare i vecchi rapporti, condividere esperienze e racconti, avere amici di tutte le età, avere con gli amici momenti di divertimento e di relax, condividere con gli amici il bello e il brutto, ecc)

– mantenere rapporti con buoni conoscenti (avere buoni conoscenti nei luoghi frequentati per diletto o per studio, frequentare conoscenti per svolgere attività di comune interesse o passare una serata in allegria, incontrarsi con buoni conoscenti con cui abbandonarsi a giovialità e risate, frequentare conoscenti per giocare a carte, vedere conoscenti e parlare di politica, mantenere nel tempo rapporti cordiali)

– aprirsi a nuove conoscenze (ad esempio: aprirsi senza essere eccessivamente selettivi purché vi siano interessi comuni e dialogo vero, relazionarsi e comunicare con tutti quelli con cui è possibile, conoscere molte persone eterogenee e fare nuove amicizie, intessere nuovi rapporti con compagni di viaggio, ecc)

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Quasi sessanta…….

Sessanta ad agosto….
da due anni separato dopo 26 anni di matrimonio…..
da tre anni una storia d’amore (ma proprio “d’amore”)….
la donna di questa storia d’amore mi ha permesso di superare gravi problemi di salute e le conseguenze che ne sono nate e che potevano deprimermi
adesso questa storia vacilla non per l’amore ma per la situazione familiare di lei (il marito accetta tutto) e per la mia condizione economica che non è sufficiente.
non riusciamo a viverci come vorremmo
io non so accontentarmi e lei non vuole staccarsi da me.
è una sofferenza troppo grande che ci uccide piano piano
l’amore ci unisce e ci ricarica ma per quanto ancora?

La persona che ha inviato questa storia non vuole farsi riconoscere. Ho pubblicato anche se preferirei che le storie venissero firmate con il nome proprio.

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Single

Chi l’ha detto che non si può invecchiare bene da soli ? Che senza un partner fisso si è destinati  ad anni tristi e solitari ?   Roberta single lo è sempre stata, quindi adesso che ha 61 anni non si pone neppure il problema: continua ad andare tutte le mattine nel negozio di arredamenti dove lavora da vent’anni, abita da sola in un bell’appartamento dove ogni tanto organizza delle cene, un paio di sere la settimana esce con gli amici per andare al cinema o al ristorante e l’ultima relazione di un qualche peso l’ha terminata un paio di anni fa più con un senso di liberazione che di sofferenza. Cosimo invece da solo si è ritrovato d’improvviso all’età di 59 anni, quando la moglie ha scelto di separarsi: sicuramente ha sofferto ed è rimasto disorientato per molti mesi, poi però ha trovato la forza per riprendersi, ha mantenuto una relazione molto forte con i due figli ormai grandi, ha approfittato del momento traumatico anche per intraprendere una svolta sul lavoro e ora, pur vedendosi ogni tanto con una donna con cui c’è sintonia, non ci pensa proprio a condividere casa e vita. Beatrice una nuova relazione non saprebbe neppure immaginarsela, dopo la morte di suo marito avvenuta ormai tre anni fa: ha raggiunto un nuovo equilibrio, fatto di vita sociale in un’associazione di volontariato, di recupero dei rapporti con la famiglia di origine, di buone letture e di allegria con amici vecchi e nuovi: ma quando le parlano di innamorarsi o di sesso replica convinta che a 60 anni ci sono almeno altre dieci cose che danno più soddisfazione.  Con Beatrice si può non essere d’accordo, e anzi sono moltissimi gli over 60 che si reinventano una vita sentimentale e sessuale, ma quel che conta è che serenità e soddisfazione possono essere raggiunte anche con un equilibrio diverso.   Perché questa è la novità di rilievo: il vivere da soli può pure essere associato all’immagine dominante dell’anziano abbandonato, isolato, non autonomo e bisognoso di assistenza, ma questo (che è un problema reale) è più vero per una parte delle persone che si trovano nella stagione della “vecchiaia vera”; per i senior cinquanta-settantenni che invece vivono la “vita nuova”, l’essere single può anche essere un’opzione, una scelta di cui si è felici. In foto: donna senior

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Vuoi stare con il partner ?

Qualche giorno fa ho partecipato ad un convegno di esperti di consumi, organizzato da Retail Watch e da CDV Conference Management, in cui l’universo femminile, con le sue esigenze e i suoi orientamenti, era al centro dell’attenzione. Se vuoi conquistare la consumatrice donna, era questa la filosofia da cui prendevano spunto gli interventi, devi conoscere bene cosa è per lei importante.

Tra i tanti dati interessanti ascoltati, uno in particolare ve lo ripropongo. La domanda: quanto ci tengono uomini e donne a stare con il proprio partner ?  Intuitivamente la risposta è: ci tengono molto. L’amore, la coppia, la famiglia costruita insieme, sono dimensioni da sempre centrali nella vita, quindi nessuna sorpresa che mantengano un’importanza significativa. Eppure le ricerche (in questo caso mi rifaccio ai numeri proposti nel convegno da Rosanna Savoldelli di GFK Eurisko) dicono che le risposte non sono così lineari: per le donne giovani sotto i trent’anni “stare con il partner” è una méta rilevante nella vita ed è assai più importante che per i coetanei maschi (56 a 46); poi, durante la maturità le risposte tra uomini e donne si equivalgono, mentre quando si arriva agli over 60 i desideri si rovesciano: il 59% degli uomini desidera stare con il partner, a fronte di un misero 37% delle donne !

Meditate, cari ragazzi (maschi) di sessant’anni, meditate ! Come (ri)conquisteremo le nostre mogli e compagne, che evidentemente con l’età si stufano un po’ di noi ?

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L’ amore della mia vita attuale

Scrive Lora, la cui gioia deriva dai nipotini e dalla fede religiosa: Dopo tante sofferenze della mia vita tortuosa, da sola con un bambino da crescere, ho ricevuto un amore più grande che avrei potuto avere, l’amore di Dio l’ho sempre avuto dalla nascita Lui si è preso cura di me, e non ha smesso.
Adesso vivo un amore indescrivibile, una felicità immensa, quella di avere 2 nipotini che mi amano, io li adoro quando sto con loro quasi ogni giorno, l’amore che mi trasmettono nonostante piccoli riempiono tutti i vuoti che hanno accompagnato la mia esistenza. Non avrei mai immaginato che essere nonna mi avrebbe dato queste sensazioni stupende, grazie a Dio che mi ha concesso questo dono della vita sia prolungandomi i miei giorni, perchè per vari incidenti potevo non esserci da tempo, sia la gioia della grazia di Dio nella mia vita, che fa sì che il mio cuore trabocchi d’amore per tutti, sono disponibile ad aiutare chi ha bisogno perchè ho conosciuto il bisogno, sono molto felice della mia vita attuale, fino a quando Dio vorrà va bene così. In foto: una nonna con nipote

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