Relazioni sociali e familiari – Cattive pratiche
Le cattive pratiche sono presentate secondo un ordine che riproduce la frequenza di risposta ottenuta nella prima parte dell’indagine: all’inizio dell’elenco puoi quindi leggere le cattive pratiche con maggior frequenza, in fondo quelle segnalate con minor frequenza. Dopo aver cliccato su “sono d’accordo” o su “sono in disaccordo” comparirà un numero che indica le risposte ricevute on line in questa seconda parte dell’indagine.
I comportamenti, le abitudini, le regole e i pensieri che nell’esperienza dei senior producono effetti negativi o si rivelano dannosi per le relazioni familiari e sociali sono:
Vuoi partecipare? leggi le istruzioni
allontanarsi dagli amici perché presi da altri impegni
tenere a distanza i parenti e incontrarli raramente
chiudersi in se stessi e non coltivare relazioni sociali
incorrere in difetti che talvolta si acuiscono con l’età come gelosie, invidie, pregiudizi, scarsa tolleranza degli altri
non avere rispetto per chi la pensa diversamente
non avere e non cercare legami affettivi
lasciarsi coinvolgere troppo dai problemi della famiglia d’origine
farsi condizionare troppo la vita da genitori anziani non autosufficienti
rinunciare a cose a cui si tiene per la richiesta frequente di dare aiuto ai nipotini
non smussare eventuali conflittualità con i figli
non essere disponibili alle confidenze di altri
Lodevole iniziativa cui ho risposto volentieri; tuttavia, per queste cattive pratiche, mi sembra che le domande presuppongano risposte piuttosto ovvie.
penso che alcune siano cose ovvie.
sentirsi sempre stranieri e in esilio nel luogo in cui si vive…..
Ritengo che questo sia il momento in cui si ha il diritto di essere ciò che si è. E se questo influisce negativamente sui rapporti sociali allora significa che non li si desidera e tanto varrebbe. Siamo esseri sociali, è vero, ma spingerci sempre verso la socializzazione sfrenata o anche solo forzata, lo trovo sbagliato. Se si ha rispetto per se stessi lo si ha anche per gli altri, in caso contrario si raccoglie, o meno, ciò che si semina. E non ci sono più alibi, o pianti di coccodrillo, gli strumenti per capire ciò che siamo e chi abbiamo intorno, si hanno, se si vuole.
Approvo appieno
condivido e sono anche daccordo che una sfrenata ricerca di socializzare non è condivisibile anzi a volte si sente la necessità di essere soli con il proprio io,questa prassi ci rafforza se si è raggiunto un buon equilibrio interiore rosa
Tediare il nostro prossimo con narrazioni di disgrazie, malattie e tragedie varie come se alla nostra eta’ non ci fosse rimasto altro
tra un anno vado in pensione, 44 anni di versamenti e 61 anni, la mia, non so se buona o cattiva azione è quella di fare un paio di anni sabbatici a zonzo per l’europa in solitaria se escludiamo il cane.
per fare questo mi sto costruendo un camper , le sole attività a cui mi dedicherò saranno pescare, andare in bici, fotografia e altre cose che mi verranno in mente durante il vagabondaggio. Quando sentirò il bisogno (non credo) di socializzare praticherò workway.