Le Vostre Storie

Inseguire le proprie passioni

Scrive Doriano: La mia carriera lavorativa è iniziata presto, nei primi anni ’70 a causa di una precoce assunzione di responsabilità familiare e si è svolta (adesso lo posso dire…..) in ambiti che non hanno mai scatenato la mia passione. In altre parole non ho mai fatto lavori che mi piacessero, anche se li ho sempre assolti col massimo dell’impegno, che mi è sempre stato riconosciuto.
Pertanto, mentre mi occupavo di operazioni con l’estero in banca prima e di avviare sistemi informatici in grandi aziende poi, invidiavo chi riusciva a fare delle passioni la propria fonte di reddito e decidevo di farne il mio obiettivo di vita. Fotografia, viaggi, discipline olistiche, che occupavano tutto il mio tempo libero.
L’occasione per il grande salto fu alla fine degli anni ’90. Due le condizioni fondamentali: mia figlia ormai grande si era trasferita negli Stati Uniti e aveva una sua vita indipendente e la grande euforia economico-finanziaria di quel periodo. Decido per un anno sabbatico (che poi si sarebbe raddoppiato….) e viaggio, fotografo, approfondisco la conoscenza dello shiatsu, antica disciplina di mediazione corporea giapponese.
Naturalmente il mondo non è perfetto e ci ricordiamo tutti cosa è accaduto dal 2001 in avanti, così le mie ambizioni si sono ridimensionate. Tuttavia ho continuato sulla strada dello shiatsu e da diversi anni ho un mio studio dove pratico questa attività e altre sempre legate alla mediazione corporea per il benessere delle persone, mia figlia è tornata da qualche anno e ora ho una nipotina che adoro e che mi ha fatto ringiovanire.
Sembra una storia esemplare. Rimpianti? A sessantanni appena compiuti, penso talvolta che se avessi continuato con la mia carriera lavorativa tradizionale, sarei in pensione tranquillo addirittura da qualche anno, ma subito penso a quello che ho fatto, alle esperienze vissute, alle persone incontrate e quel pensiero si allontana. E soprattutto sono andato dietro alle mie passioni e ai miei sogni che dovrebbe essere l’obiettivo di ognuno di noi, a costo di rinunciare a qualche agio, spesso superfluo.
In questo debbo riconoscere che mi ha aiutato molto tutta la sfera di conoscenza che sta dietro allo shiatsu e in genere alle discipline orientali che è fatta di ricerca costante di un equilibrio sia fisico che emotivo e di una vita condotta il più possibile con i ritmi della natura.

In foto: dipinto di Chagall

La storia di Doriano é pubblicata anche su Osservatorio Senior

Fatti ed Opinioni, In evidenza

Nasce Osservatorio Senior

Care amiche e cari amici de I ragazzi di sessant’anni,

vi comunico una novità che mi riguarda e che credo interesserà chi segue questo blog: nasce Osservatorio Senior, una nuova associazione e un nuovo sito da me promossi, che muove idealmente dall’esperienza de I ragazzi di sessant’anni.  Ne potete leggere anche su facebook e su twitter

Per una volta, non pubblico storie di altri, ma racconto la mia. Dopo qualche anno dedicato ad occuparmi delle problematiche dei senior attraverso ricerche, interviste, raccolta di storie e gestione di questo blog, mi sono convinto che l’esigenza di un’informazione qualificata sul pianeta senior è non solo sempre viva, ma sentita in modo crescente dai diretti protagonisti (noi senior) e da tutti coloro che si sono accorti delle incredibili novità che oggi accompagnano questa nuova fase di vita.

Negli ultimi anni e mesi si sono moltiplicate le iniziative che si occupano delle persone in questa fascia di età: associazioni dedicate, centri di ricerca, indagini, giornali on line, centri educativi a partire dalle università della terza età.  Avverto forte l’esigenza di creare un luogo dove sia possibile mettere in comune i tanti contributi che vengono proposti. Il riuscire a creare un punto d’incontro in questa rete è tra le ragioni che mi hanno portato ad immaginare Osservatorio Senior.

osservatorio-senior-avatar-550x500 copiaCosì, dopo aver costituito l’Associazione senza scopo di lucro Osservatorio Senior, con altre persone che si sono già occupate a vario titolo del mondo senior – demografi, psicologi, medici, sociologi, consulenti, giornalisti, comunicatori – abbiamo ideato il sito www.osservatoriosenior.it, che a partire da questa settimana è on line. Chi avrà voglia di visitarlo potrà trovare dettagli sugli argomenti trattati, sulle rubriche accolte, sulle associazioni con cui l’Osservatorio é in rete. Chi avrà la bontà di frequentarlo e la voglia di partecipare potrà comunicare le proprie storie da senior e lasciare i propri commenti e contributi.

I ragazzi di sessant’anni non interromperà le trasmissioni, ma lavorerà a stretto contatto con Osservatorio Senior. Ad esempio, le vostre storie inviate a questo blog verranno pubblicate su due canali: questo blog e il nuovo sito.  Fiducioso che non farete mancare il sostegno alla nuova iniziativa, ne approfitto per ringraziare le tante persone (oltre 53.000 utenti secondo il linguaggio google) che hanno frequentato il blog da quando è nato.   Enrico

In alto: una bella foto di Armando Lanotte

 

Le Vostre Storie

Alice si meraviglia

Scrive Ilaria: Sono una donna di 64 anni. Ho dedicato la mia vita all’insegnamento e allo studio, all’approfondimento di tante problematiche che via via si presentavano sul mio percorso. Ho amato alcuni uomini, ma per un motivo o l’altro alla fine ci si allontanava. Lo ammetto, dopo poche storie fallimentari giovanili, non mi sono più impegnata tanto.
Da un anno sono in pensione e mi occupo a tempo pieno dei miei genitori molto anziani e bisognosi di assistenza.
Essendo abbastanza sola e costretta in casa, ho cominciato a iscrivermi a qualche socialnetwork.
Ho conosciuto un uomo che mi ha conquistato al telefono e con mail dolci ed appassionate. Il giorno in cui dovevamo conoscerci, la mattina mi rivela nella mail che aveva sognato che mi perdeva, mi allontanavo come la sua adolescenza. Ci siamo conosciuti. Ci siamo piaciuti. O meglio lui a me è piaciuto fisicamente. Dopo però son finite le lettere appassionate. Al secondo incontro ho capito di trovarmi di fronte ad un narcisista (mi è sempre interessata la psicologia). Ora mi sembra di essere tornata agli amori tormentati di gioventù. Da una parte vorrei interrompere la relazione perché temo che mi farà soffrire, dall’altra penso che sono abbastanza matura (e vaccinata) per accoglierlo anche se ad intermittenza.    Cosa voglio? Un futuro da condividere.

Fatti ed Opinioni

Realtà in cambiamento

Dei cambiamenti per un po’ se ne parla, qualcuno li teme, qualcuno li auspica, e però spesso succede che per un lungo periodo se si guarda alla realtà di novità se ne vedono poche e i cambiamenti rimangono solo un’ipotesi. Poi ad un certo punto, quando quasi tutti hanno cominciato a non crederci più o comunque sono esausti di chiacchiere, ecco che i numeri entrano prepotenti in campo ed improvvisamente ti dimostrano che sì…. eppur si muove! E’ quel che sta succedendo nel mondo del lavoro e delle organizzazioni. Da tre anni almeno in Italia si racconta che l’universo del lavoro avrebbe dovuto fare i conti con l’invecchiamento e con l’allungamento dell’età della pensione, ma è stato assai difficile in questo periodo riconoscere pratiche diverse nel modo in cui le organizzazioni hanno gestito la variabile dell’età, sotto il profilo delle condizioni di lavoro, degli orari, dei tempi di carriera, o anche del rapporto tra le generazioni degli over55 iper-esperti e quella dei 25enni per lo più stagisti. La ribalta, se mai questo cambiamento voleva essere tenuto in considerazione, è stata presa dal problema degli esodati, che – per quanto delicato e importante – era sempre un modo di affrontare il problema senza domandarsi cosa sarebbe dovuto cambiare in futuro. Negli ultimi tempi invece è apparso qualche numero che sta rendendo obbligatorio interrogarsi su questo aspetto. E se non bastassero i numeri italiani ci penseranno quelli di altri a farci capire che ora qualcosa deve cambiare per forza.

Ad esempio, in Italia il tasso di inattività delle persone tra i 55 e i 64 anni, che era intorno al 62% ancora nel 2010, nella seconda parte del 2014 si è posizionato tra il 50 e il 51% e il trend non può che continuare nella stessa direzione. Al di là dell’evidente impatto di questo dato sul modo di gestire le organizzazioni, questo tra l’altro vuol anche dire che l’esperienza di vita di una gran numero di cinquanta – sessantenni di oggi è profondamente diversa da quella fatta dalla larga maggioranza dei loro fratelli di soli cinque o dieci anni più anziani.

In Germania, dove pure hanno previsto la possibilità di smettere di lavorare a 63 anni, già da un po’ i tedeschi over 60 che lavorano sono numerosi. Nel loro caso, una metà circa delle persone tra i 60 e i 64 anni risultano ancora in servizio attivo, mentre nel 2005 erano poco più di uno su quattro.

E vale la pena ricordare anche una notizia che si legge in questi giorni: e cioé l’accordo della Toyota con i sindacati, che prevede anche la riassunzione su base volontaria di pensionati over60 particolarmente qualificati, in grado di trasmettere know-how e conoscenze ai nuovi arrivati.  Un sintomo di come cambiamenti della realtà impongono anche cambiamenti nei modi di gestire il mondo del lavoro.  E’ il momento dei cambiamenti, non più delle chiacchiere.

Le Vostre Storie

Appunti di viaggio per i miei sessant’anni

Gli appunti di viaggio di Gennaro: Sei volte ho contato le dita di queste mani, ho trattenuto pochi stracci di speranza, ho visto sfuggire come sabbia le ambizioni e i progetti… ma sento ancora il calore di amicizie preziose e l’emozione di un attimo di comunione con l’altro. Possa io continuare a sfiorare i capelli dei miei figli, che cominciano a rincorrere i loro sogni, e la pelle della mia donna che ogni giorno ho voglia di ritrovarmi accanto. Possa avere sempre la forza di stringere le mani, per non fermarmi e ricominciare ogni giorno, ed ogni volta come una prima volta, pronto a riprendere il cammino, magari anche con veste nuova,
Pure a costo di sentirmi alla mia età ancora come un catecumeno nel nartece, ma sempre pronto a farmi sorprendere nudo dalla vita, anche quando mi ritrovo con occhi gonfi di tristezza e solitudine amara in fondo al cuore.
Ma la mia storia è scritta nell’unica conquista che ho saputo raccogliere, cioè la voglia di rispettare la parola, di dare un senso anche ad un pensiero spontaneo, di non sprecare mai neppure un accento, facendomi custode di parole, forse inutili per gli altri, ma feconde di nuovi percorsi, per me. Perché anche il dio in cui ho creduto è stato, prima di tutto, parola creatrice. Ed è mia questa missione: ritrovare e reinventare le parole e restituire dignità alle parole. Parole nuove o rinnovate, che nascono dall’antica rassegnazione che si fa lotta e conquista. Le parole… la parola… La parola: quel che resta all’uomo d’oggi. La parola e il coraggio di viverla.

Fatti ed Opinioni

Facciamo due conti

Roberto lo conosco da tempo. Ha 62 anni, mi dice che ha concordato con l’azienda dove lavora un’uscita anticipata che lo porterà fino alla pensione. I soldi che riceverà dall’azienda copriranno il mancato stipendio per un paio d’anni. Poi, quanto riceverà di pensione non è riuscito ancora a capirlo esattamente, ogni volta gli dicono cifre diverse; quel che gli è chiaro è che con la pensione al massimo potrà coprire le spese quotidiane di ordinaria amministrazione sue e di sua moglie, la quale ha smesso di lavorare da più di dieci anni e al momento non ha un reddito proprio, se non quel che le viene dall’affitto di un appartamento ricevuto tempo fa in eredità. Hanno un figlio che ha finito gli studi, sta facendo uno stage dove gli danno 600 euro al mese e vive ancora con i genitori, anche se spera di rendersi velocemente autonomo e andare a vivere con la sua compagna. Roberto è soddisfatto dell’accordo fatto per la sua uscita dal lavoro, ma quando ci incontriamo mi si para davanti con foglio e penna perché vuole condividere le sue preoccupazioni economiche: ci penso su e mi rendo conto che è la prima volta che lo fa da quando lo conosco. La domanda di uno come Roberto, che ha sempre lavorato con discreti stipendi, che è stato capace di risparmiare e con il mutuo si è comprato la casa dove vive, che ha sempre avuto un tenore di vita che definirei da “classe media”, senza farsi mancare nulla ma senza particolari ambizioni economiche, è molto semplice: “ce la farò a mantenere in futuro lo stesso tenore di vita di oggi ?”

Pare che riuscirci sia molto difficile, anche se la risposta dipende da mille fattori e anche gli esperti di pensioni e di finanza, posti di fronte alla stessa domanda, faticano a dare risposte sicure. Ovviamente ognuno parte da proprie condizioni particolari e il contesto non permette di fare previsioni realmente attendibili. Ma non c’è dubbio che la domanda posta da Roberto attraversa la mente di milioni di senior: le aspettative sono di una vita sempre più lunga, avremo abbastanza risorse e opportunità per viverla decentemente ?

Di recente Jo Ann Jenkins, Presidente della potente American Association of Retired People, ha parlato di “resilienza finanziaria”, facendo riferimento alla capacità sia della società sia dei singoli senior di creare le condizioni perché appunto il progresso dato dal prolungamento dell’aspettativa di vita sia coniugato con la presenza di risorse finanziarie che evitino il deterioramento del tenore di vita all’avanzare dell’età.

Molto dipende dalle scelte che vengono compiute a livello politico e pubblico, ma molto dipende anche dalla capacità dei singoli di pensare con lungimiranza al proprio futuro finanziario.

Sul primo fronte pensiamo ad aspetti come la sostenibilità della spesa pensionistica pubblica, l’allungamento dell’età pensionabile, l’utilizzo e l’incentivazione dei fondi pensionistici integrativi privati, il mantenimento di un sistema sanitario pubblico, o pensiamo anche alla prevenzione delle frodi che sono particolarmente accentuate nei confronti delle persone in età avanzata.

Ma anche il ruolo di ciascun individuo è fondamentale. A 60 anni la “speranza di vita residua” è di più di venti anni (e di più di 25 per le donne): in quanti siamo abituati a fare una previsione delle risorse che avremo a disposizione nei prossimi venti anni?, a fare una stima delle spese che sosterremo?, in quanti abbiamo un’educazione finanziaria che ad esempio ci consenta di valutare quanto ancora dobbiamo risparmiare per fronteggiare i momenti più bui di salute ?

Le Vostre Storie

Ripartire

Scrive Maria Luigia: “Care amiche e cari amici,
sono Maria Luigia, sono da poco sessantenne e questa età richiede qualche riflessione in piu’… Affermata professionalmente sto pensando ora a come reinventarmi quando mi si propetterà la pensione.”  In foto: donna senior – foto tratta da: Les nouveautés pour les retraités en 2015 – Tout sur la retraite
“Continuo a sentire una grossa responsabilità nei confronti delle generazioni a venire visto che la nostra, di generazione, davvero non lascia loro in eredità un paese “normale”. Per questo vorrei trovare un modo per mettere a disposizione la mia esperienza professionale, scientifica e culturale. Ma quali le vie, quali gli strumenti?
Io spero che questo blog riesca a fare rete anche delle persone che hanno suggerimenti o proposte in tal senso.
Un caro saluto a tutti.”


Fatti ed Opinioni

Invecchiare bene

Le statistiche sull’allungarsi della vita media e sull’invecchiamento della società ormai ci sommergono: un fenomeno che fino a poco tempo fa era materia per addetti ai lavori nel volgere di pochi anni è diventato di dominio comune. La vera sfida non sembra neppure più quella di riuscire a vivere a lungo, ma di invecchiare rimanendo vivaci di testa, di gambe e di cuore.

Al senior cui piace questa prospettiva, la scienza offre dei formidabili agganci per affrontare il resto della propria vita con ottimismo. Ad esempio, una disciplina che negli ultimi anni si sta rivelando fertilissima, le neuroscienze, ha portato alla luce, tra le tante scoperte, che il nostro cervello ha una grande capacità di rigenerarsi e un’insospettata capacità di apprendere, di adattarsi e di svilupparsi, anche ad età avanzata. La persona che invecchia bene può, tra le tante intelligenze di cui potenzialmente dispone (c’è chi ne ha individuate nove: ad esempio, l’intelligenza linguistica, quella cinestesico-corporale, quella visivo-spaziale, quella logico-razionale, ecc) non smettere di coltivare quelle per cui è maggiormente portata, senza farsi troppi crucci se altre intelligenze per cui è meno votata declinano rapidamente. E sempre le neuroscienze avvertono che quando manifestiamo pensieri, immagini, emozioni, sensazioni, vi è una modificazione dell’attività del cervello, il quale é stimolato non solo da esperienze mentali ed affettivo-emotive (fenomeno che tutto sommato già sapevamo) ma pure da esperienze fisico- corporali. Insomma, una bella passeggiata stimola il nostro cervello non meno di un incontro carico di emozioni con un vecchio amico o di una lettura interessante.

Un grande degli studi sull’invecchiamento, Marcello Cesa-Bianchi, ha scritto: “Da vecchi e longevi è sempre possibile imparare, fare nuove esperienze, conoscere qualcosa di sé che per tutta la vita era sfuggito, dare un senso diverso ai giorni che si vivono”.

Le scienze ci dicono che ci sono le possibilità per un buon invecchiamento. La saggezza che il buon invecchiamento lo troviamo anche nell’introspezione e nella serenità dentro noi stessi.

Le Vostre Storie

Tanta voglia di socialità

Care amiche e cari amici de I ragazzi di sessant’anni, ricevo ogni tanto qualche messaggio, inviato alla rubrica “Le vostre storie”, in cui viene espresso il desiderio di conoscere altre persone della comunità che frequenta questo blog. Purtroppo però I ragazzi di sessant’anni non é un blog pensato per favorire le nuove amicizie e lo scambio di indirizzi e, se anche lo fosse, aspetti di sicurezza sconsiglierebbero di diventarlo.
E’ però un peccato non far conoscere le testimonianze di chi ha scritto anche con questo forte desiderio di socialità. Di seguito quindi pubblico gli estratti di alcune di queste testimonianze.  Enrico

Grazia: Ho 56 anni, ho attraversato tutte le fasi della vita ed ora ho tempo per me per vivere e trovare ciò che ancora mi può regalare il destino. Mi piace l’aria aperta gli animali correre camminare giocare a carte cucinare ed ho tanta voglia di ridere e viaggiare, conoscere nuove persone. Ancora lavoro. Vorrei conoscere persone nuove per condividere pensieri tempo libero e tante risate.

Lidia: Sono una signora di 63 anni, sono di Napoli e sono pensionata. Avevo una famiglia bellissima, 4 figli e un marito splendido, poi tutto é cambiato, i figli tutti laureati vivono all’estero ed io ho perso il mio compagno di vita a luglio 2013. Sono rimasta da sola, però grazie al mio carattere estroverso, gioviale ed ottimista non mi sono mica avvilita!!! Ho cominciato a viaggiare da sola. Ora però preferirei viaggiare con un gruppo della mia età e fare nuove esperienze di viaggio tipo: Cina, Russia, ed altro ancora. Ho ripreso in mano le redini della mia vita. Sono di aspetto giovanile e sportiva, inoltre me la cavo in inglese e francese.

Luciana: Sono vittima di un doloroso abbandono, causa l’innamoramento senile da parte del mio compagno settantenne per una bella signora sposata di cinquanta anni, che ora si sta separando dal marito… Pertanto sono in uno stato di sofferenza indicibile, per la delusione che mi ha provocato, dopo quasi sedici anni di relazione serena, in cui abbiamo condiviso tutto…. L’abbandono coincide altresì con il mio pensionamento da una professione totalizzante e piena di responsabilità. Ignara di quello che sarebbe accaduto, pregustavo un futuro di vacanze, viaggi e quant’altro insieme a lui naturalmente, invece….Ora sento acuirsi il senso di solitudine. Ormai sono convinta che bisogna vivere in compagnia di persone in totale sintonia e in amicizia, per condividere tutte quelle occasioni culturali che ci possiamo permettere. Spero di incontrare tante amiche e amici di viaggio in senso reale e metaforico….

Patrizia e Piero: abbiamo sempre viaggiato sia in Italia che all’estero, ma poi questa crisi, i problemi di salute in famiglia, i lutti, ci hanno buttato a terra. Il lavoro che ti impegna tanto essendo artigiani e di questi tempi é veramente dura e ora vorremmo riprovare ad avere amici veri, con cui trascorrere il tempo libero per una pizza, un caffè ,una gita fuori porta…

In foto: Pablo Picasso – Amicizia – 1908

Fatti ed Opinioni

Senior nel mirino della aziende

A New York nel 2015 aprirà i battenti il primo Longevity Center, seguito da altri nove che vedranno la luce in tutto il mondo, tra cui Hong Kong e San Paolo nel Brasile. Si tratta di un’iniziativa del dipartimento del colosso Nestlè che si occupa della salute della pelle.

Il Longevity Center sarà una sorta di “centro benessere per la longevità” il cui nemico dichiarato sarà l’eccessiva secchezza e la perdita d’elasticità della pelle da cui è difficile sfuggire dopo i 60 anni. D’altra parte, l’iniziativa non é isolata: già da qualche anno L’Oréal propone come ambasciatrice dei propri prodotti di cosmetica il mito Jane Fonda, non esattamente una giovincella ma sempre affascinante icona nell’immaginario di ogni 60-70enne.

Cambiando settore, le aziende farmaceutiche stanno affilando le armi da tempo e prevedono un incremento forte delle vendite di tutti farmaci che contrastano le malattie tipiche dei senior. Se poi si ascolta cosa dicono alla Borsa del Turismo della Terza Età, lì non hanno dubbi sul fatto che il segmento di mercato maggiormente in crescita sia quello dei senior, così le offerte progettate per questo target cominciano ad abbondare, dalle evergreen excursions alle crociere fuori stagione. E anche la moda terza età comincia ad avere la sua importanza e il suo spazio.

Capita anche di incrociare pubblicità di tablet pensati apposta “per persone anziane, con un interfaccia semplificata ed icone di dimensioni molto più grandi rispetto allo standard”, perché ormai anche gli over 60 si sono digitalizzati. Continuando con gli esempi, Heineken, non paga di catturare i bevitori di birra più giovani, ha lanciato in rete qualche tempo fa 60+Challenge, una richiesta alle persone di questa fascia di età di fornire idee per il lancio di una birra dedicata alle loro generazioni.

Se poi sto alle mie esperienze personali, mi è capitato di essere consultato da aziende dei settori più svariati, dai superalcoolici, ai probiotici, agli occhiali, che mi ponevano la domanda: quali sono le esigenze dei senior a cui dobbiamo essere sensibili se vogliamo proporre i nostri prodotti anche a questa fascia di mercato ?

Non c’è da stupirsi che i senior siano nel mirino delle aziende. Bastano pochi dati per capire come mai moltissime di loro stanno orientando le strategie verso il mondo senior. La società, in tutto il mondo, invecchia: un miliardo di persone oltre i 60 anni nel 2020 e, solo in Italia, nel 2030 due persone su cinque saranno over65, in pratica stiamo parlando della fetta di mercato più grande, ma anche di quella più succosa, dato che il portafoglio dei senior è di solito meglio rifornito di quello dei giovani.

L’attenzione delle aziende non si limita però soltanto al guardare il mondo senior come un mercato. Sta crescendo l’interesse anche per ragioni interne al funzionamento delle organizzazioni: il pensionamento dei dipendenti arriva sempre più tardi e gli “scivoli” dei tardo-cinquantenni verso l’uscita anticipata dal lavoro, che sono stati diffusissimi negli scorsi vent’anni, oggi sono un po’ meno convenienti e meno facili. Con un’espressione anglofila si va facendo strada nelle aziende la tematica del cosiddetto “age management”, che significa poi riconoscere anche dentro le mura delle organizzazioni la rivoluzione demografica in corso e imparare a gestire i sessantenni, tenendo conto  della loro esperienza, dei loro limiti e delle loro motivazioni.

Insomma: senior come grande mercato e contemporaneamente come risorse da gestire con una particolare attenzione. Il mondo delle aziende sta riconoscendo forse con un certo ritardo le opportunità e i cambiamenti legati all’invecchiamento della società, ma ormai il treno è in corsa e di questa nuova attenzione ce ne accorgeremo in modo massiccio nel prossimo futuro, da quel che troveremo nei negozi, alla pubblicità che vedremo in televisione, fino al modo in cui verrà trattato chi da sessantenne continuerà a lavorare in un’organizzazione.

In foto: donna over55 alle prese con lo shopping