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Stili di vita all’insegna del benessere

I risultati di un’indagine GfK Eurisko sui Nuovi Senior.

“Generazione Senior – I nuovi stili di vita all’insegna del benessere” è il titolo dell’indagine commissionata dall’Osservatorio Yakult (l’azienda che fa probiotici) a GfK Eurisko. I risultati dell’indagine sono stati presentati e commentati mercoledì sera nel corso di un evento a Milano: al tavolo dei relatori, moderati dalla giornalista Cecilia Ranza, oltre al sottoscritto che raccontava de I ragazzi di sessant’anni e delle trasformazioni nei modelli di comportamento delle generazioni dei 55-75enni, sedeva Isabella Cecchini, direttrice del Dipartimento di ricerche sulla salute di GfK Eurisko.

Lo studio presentato dalla Cecchini è stato svolto a livello nazionale su 1000individui senior con reddito familiare mensile netto di 1500 euro e oltre. I ricercatori hanno indagato per capire chi sono i NUOVI SENIOR, cosa fanno, perché sono più felici dei senior tradizionali, a cosa aspirano, e, soprattutto, che cosa desiderano fare nella seconda metà della loro vita. Le conclusioni di GfK Eurisko sono che I Nuovi Senior in Italia sono 2.400.000 (sui circa 13-14 milioni di Italiani tra i 55 e i 75 anni), sono persone attive e soprattutto sono dedite alla cura di sé: fanno sport, sono attenti a quello che mangiano, utilizzano le ultime tecnologie per comunicare, vanno spesso a teatro e al cinema e ad eventi culturali, hanno una vita sentimentale e sessuale soddisfacente. Rispetto ai cosiddetti senior tradizionali si sentono molto più in forma, hanno più amicizie, più interessi e progetti, meno paura di ammalarsi e meno paura del futuro.

Isabella Cecchini ha accettato di rispondere ad alcune domande che le ho posto su aspetti specifici dell’indagine e sui comportamenti di questa robusta “avanguardia senior”.

In che modo si esprime la maggiore attenzione alla cura di sé da parte dei cosiddetti Nuovi Senior ?

“I Nuovi Senior curano se stessi molto di più rispetto ai senior tradizionali facendo attenzione alla propria bellezza e alla propria salute (più del doppio, 74% vs 33%) praticando sport (vanno in palestra molto di più, con un rapporto di 12 a 1). Inoltre rivolgono grande attenzione all’alimentazione, che viene percepita come elemento fondamentale di prevenzione: il 73% infatti riduce zuccheri, sale, grassi e alcool.”

Cosa caratterizza i Nuovi Senior nell’utilizzo del tempo libero ?

“Amano trascorrere il proprio tempo libero cercando stimoli sempre diversi in ambito culturale. Frequentano cinema, teatro e musei: ci vanno il triplo rispetto ai senior tradizionali (73% vs 28%), e leggono tanto (più del doppio rispetto ai senior tradizionali) a scapito della tv, che guardano la metà del tempo rispetto ai coetanei più tradizionali”

E che rapporto hanno con la tecnologia ?

“Sono anche molto attivi nell’uso delle tecnologie e dei social network: ad esempio negli ultimi tre mesi si sono collegati il doppio a internet rispetto ai senior tradizionali (51% vs 27%) e usano il triplo i social network 22% vs 7%)”.

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Piccole trasgressioni

La vita non è fatta solo di buone pratiche e comportamenti virtuosi…

Quali sono le trasgressioni a sessant’anni ?

In poltrona davanti alla tv e… un cioccolatino tira l’altro… finire tutta la scatola

Accettare l’invito di persone vent’anni più giovani e lanciarsi in una partita di tennis o in una gara in bicicletta

Stare fuori fino a tardi e mentire ai figli quando chiedono dove sei stato la sera precedente

Farsi una bella bevuta in compagnia anche se il medico ha detto che ad una certa età bisognerebbe  limitarsi a un bicchiere

Fare un acquisto spropositato senza preoccuparsi dei soldi che serviranno quando la vecchiaia sarà difficile

Vestirsi per una volta come la nipote ventenne

Attaccar bottone con una fanciulla di trent’anni più giovane

Per un giorno spegnere il computer, prendere carta e penna, scrivere una lunga lettera ad un amico e spedirla in una bella busta

Altro che lavoro o volontariato… passare pomeriggi interi a fare shopping

Andare al ristorante da solo e mangiare tutto quello che sarebbe vietato

…………………………

Quali sono le tue trasgressioni ?

 

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Manutenzione mentale “fai da te”

Si fa fatica a tener dietro alle tante notizie giornalistiche e ai numerosissimi articoli scientifici che si occupano della memoria, dell’invecchiamento e più in generale di cosa mantiene in buone condizioni le capacità cognitive anche con il passar degli anni. Evidentemente il gran numero di senior (solo in Italia gli over 55 siamo più di 20 milioni), insieme alle paure legate al declino cognitivo, rendono l’argomento di grande interesse per i diretti interessati, ma lo rendono di primaria importanza anche per le strutture pubbliche che dovranno garantire il welfare, così come per le aziende che vedono nei senior il mercato più promettente per il futuro. Senza contare che il mondo scientifico trova proprio nelle neuroscienze e nello studio del cervello uno dei terreni più fertili di nuove scoperte. Insomma, c’è una convergenza di interessi per cui in tutto il mondo avanzato le ricerche e gli studi sull’argomento si arricchiscono giorno dopo giorno.

Però, come ho già avuto modo di scrivere, se ad oggi sono stati individuati molti fattori ambientali che aiutano nel “mantenere in forma la mente”, nessuno sa seriamente dire come prevenire le malattie mentali della senilità. Notizie come quella che ho riportato ieri sulla pagina facebook collegata a questo blog (per cui alla maggiore longevità sembrerebbe associarsi una maggiore lucidità mentale) fanno ben sperare, ma ci dicono di un risultato positivo senza spiegarci esattamente da cosa esso è dipeso. E anche notizie come quella per cui la perdita di memoria tra i senior risulterebbe assai più frequente negli uomini che nelle donne (è  la conclusione di uno studio di un gruppo di ricercatori della Mayo Clinic di Rochester, USA, pubblicato sulla rivista Neurology), a parte gettare nello sgomento noi maschi che già facciamo una certa fatica ad accettare una speranza di vita di cinque anni inferiore a quella delle donne, non ci aiuta a capire né perché questo succede, né quali sono i rimedi .

Non rimane quindi che provare a seguire qualche regola di “buona manutenzione” del cervello, sapendo che nessuna previene con sicurezza malattie future e dosando a piacimento tra le svariate raccomandazioni che finora vengono proposte, tutte peraltro con un qualche retroterra scientifico. La lista prevede: una base di “allenamento mentale” (“il cervello è come un muscolo che deve essere tenuto tonico” dicono i fautori di questo approccio), una razione di esercizio fisico meglio se quotidiano (“l’esercizio fisico è in grado di modificare in modo permanente l’efficienza dei nostri neuroni e migliorare la plasticità cerebrale”), una dose abbondante di conversazione e di rapporti umani che rinsaldi la socialità (“fattori ambientali di tipo sociale e affettivo hanno un impatto fondamentale sul nostro cervello”), senza dimenticare una spruzzata di musica a basso volume durante il sonno profondo per chi vuole conservare la memoria seguendo le ultime scoperte dei ricercatori dell’Università di Tubingen. Ma l’ulteriore ingrediente su cui le raccomandazioni si sprecano è l’alimentazione: salute del cervello e dieta – sono convinti in molti – sono legati a filo doppio e quando si va a leggere come preservare la memoria attraverso quel che si mangia, si scopre che si apre un nuovo universo. Ho provato a consultare quattro siti (tre americani e uno italiano) che si propongono come specializzati nel suggerire la dieta migliore per preservare la memoria e ritardare l’invecchiamento cognitivo e, a parte un comune favore per la dieta mediterranea e una comune avversione per un eccesso di carne rossa, i menu proposti contengono ricette fra loro piuttosto diverse, con alcuni ingredienti prevedibili, come olio d’oliva, pesce, frutti di bosco e verdure a foglia verde, ma anche altri inaspettati come frutta secca, semi di girasole, barbabietole, avocado, noccioline, vino rosso, patate e orzo. Con il dito accusatore puntato di volta in volta sui troppi latticini, o sui cibi conservati, oppure sul sale in eccesso o sui troppi zuccheri. Non voglio certo banalizzare il lavoro di chi sta studiando questo approccio, ma per chi, come il sottoscritto, non è né medico né esperto nutrizionista, scegliere tra una dieta e l’altra appare come il dover aderire un po’ fideisticamente ad una religione piuttosto che ad un’altra.

Insomma, per la “buona manutenzione” del cervello, in attesa di regole risolutive, bisogna sapersi districare tra giochi mnemonici, esercizi cognitivi, camminate, nuotate, musica in cuffia mentre si dorme e uscite con gli amici evitando però di andarci a cena perché se cominci a ordinare solo barbabietole, broccoli e semi di girasole ti guarderebbero male. 

Non siamo all’anno zero, ma di strada da fare ce n’è ancora tanta. Per il momento il “fai da te” impera.

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In mare

Ringrazio Beppe che mi ha permesso di raccontare la sua storia, dato che lui non ha tempo di scriverla visto che è troppo preso da altre faccende.
Beppe tutte le mattine si alza alle cinque. Una volta non era così, anche lui dormiva fino a tardi, capace di domenica di svegliarsi alle dieci, adesso invece dopo cinque – sei ore di sonno è sveglio come un grillo e sa che è inutile provare a riaddormentarsi. D’altra parte ora ha anche una motivazione forte a non perdere le ore del mattino: all’alba si pesca meglio e lui da qualche anno è diventato un patito della pesca, ma forse più che della pesca dell’andare in mare con la sua piccola, piccolissima barca. Beppe di anni ne ha 64, da quando è andato in pensione – ormai sette anni fa – gli è venuta questa passione. Nato e vissuto in una cittadina sulla costa (non vuole che si sveli il posto preciso, per dare un riferimento diciamo che siamo sulla costa marchigiana), ha un rapporto molto stretto con il mare, anche se fino a qualche anno fa l’aveva frequentato poco perché il suo lavoro era sulla terraferma. Munito di secchio, canna, ami, esche e tutto l’armamentario del buon pescatore, se ne va al porticciolo e nel giro di mezz’ora è in mare. “Vado in mare e mi piace, i colori che trovo quando sono in acqua non li trovo da nessun’altra parte, un po’ di solitudine fa bene e io tutti i giorni mi gusto un pezzetto di libertà”. Difficile che torni a casa senza aver pescato nulla e, come mi dice, “per non dar troppo noia alla moglie” pulisce lui le sue prede e le cucina. E c’è anche l’aspetto salutare ed economico della faccenda: “Se si va al ristorante e si ordina il pesce si spende una cifra e lo si può fare solo una volta al mese, io mangio pesce tutti i giorni, che fa bene ed è buonissimo, e sono sicuro che quel che mangio è sano perché so io cosa metto in padella”.
Nel pomeriggio Beppe si dedica ai nipotini, tre tutti insieme, che porta al parco a giocare. Inoltre qualche giorno alla settimana si presenta alla Misericordia locale per dare una mano. Una vita senza sussulti, quella del Beppe ultrasessantenne, ma piena di piccole soddisfazioni e di tanta serenità. Invidiabile…

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Salute, prevenzione e stili di vita

Quale delle due ? Siamo diventati ossessionati dalla prevenzione dalle malattie e dall’attenzione alla nostra salute oppure invece finalmente abbiamo fatto nostro un valore positivo, quello della cura di sé e degli stili di vita salutisti, tanto da poter definire una conquista questo nuovo atteggiamento ? 

Tutte le statistiche, le indagini e i dati di mercato segnalano che i comportamenti dei senior vanno nella direzione di prendersi sempre più cura del proprio corpo, di fare in modo sempre più regolare controlli periodici, di non lasciare niente al caso se ci sono di mezzo la salute, il benessere fisico e l’aspetto estetico. “Se l’invecchiamento è inevitabile, cerchiamo di ritardarlo e comunque di viverlo nelle migliori condizioni!” questo sembra essere il messaggio che mandiamo.

Così ci sottoponiamo volentieri all’appuntamento periodico dal medico di base per un controllo anche se non ci sono malanni in corso, alle analisi del sangue e agli accertamenti standard così da prendere per tempo rimedi contro eventuali malattie serie, alla visita periodica dal dentista per lo meno per una pulizia dei denti preventiva: insomma, ogni centimetro del nostro corpo è tenuto sotto stretta osservazione anche se non siamo malati (pare che solo gli occhi, e la relativa visita dall’ottico o dall’oculista, sfuggano a questa regola, chissà perché…). E non si tratta soltanto di controlli in ambito medico-sanitario. Altrettanto diffusa è l’attenzione agli stili di vita: guai ad esempio ad impigrirsi in abitudini troppo sedentarie che peggiorano la condizione muscolare, a non dormire un numero di ore sufficienti per ristorarsi o a prendere l’ascensore per fare solo un piano di scale quando invece, come si sa, salire a piedi farebbe tanto bene al cuore. E non parliamo dei regimi e delle scelte alimentari: dopo migliaia di apparizioni televisive della 67enne Sandrelli, tutte le senior italiane sono diventate sensibili al giusto apporto di calcio che è necessario al corpo e le vendite del famoso yogurt che rinforza le ossa vanno alla grande. Ma anche chi è poco condizionato dalle sirene pubblicitarie, è comunque altamente consapevole degli effetti provocati sul proprio corpo da ciò che mangia e beve: sappiamo che alla nostra età è dannoso, oltre che fonte di pesanti sensi di colpa, esagerare con le quantità, cedere alla doppia porzione di dolce, farsi la pasta asciutta tutti i pasti, e via dicendo; così, ligi al dovere, teniamo la contabilità di vitamine, proteine e carboidrati che ingeriamo, cercando il più possibile di gustare i sapori di una cucina genuina, casalinga e dagli ingredienti doc.

Peraltro, non è detto che controlli sanitari periodici, stili di vita controllati e alimentazione salutare siano abitudini che pesano, anzi molti ne sono rassicurati e sono felici di godere, come conseguenza, di un benessere fisico che si ripercuote positivamente anche sul fronte dell’umore.

Le nuove abitudini dunque possono essere tutt’altro che una fatica o un’ossessione. Anzi, possono essere nuove routines che rendono più armonico il rapporto tra corpo e mente e che si sposano perfettamente con i propri valori e stili di vita più complessivi. E’ quando su tutto prevale invece la paura di invecchiare che le nuove abitudini sanitario-alimentari possono trasformarsi in ossessione. Perché se ci si fa prendere da un deleterio giovanilismo e da un’utopistica speranza di fermare il tempo, allora ogni prevenzione sanitaria, ogni abitudine quotidiana salutista, ogni alimento benefico, si trasformano immediatamente in una prigione in cui si siamo cacciati da soli.

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Esercizio mentale o fisico ?

Diciamoci la verità. Su come si fa a proteggere il nostro cervello dall’invecchiamento e a prevenire le malattie mentali brancoliamo ancora nel buio. L’interesse per il tema è crescente, i senior cercano di tenersi aggiornati sul punto in modo sempre più attento e contemporaneamente crescono a dismisura le “ricette” suggerite per mantenere alte le nostre capacità cognitive anche in età avanzata. Ma per il momento sia nel mondo scientifico sia tra il grande pubblico si ascoltano soluzioni tra loro discordanti e pochissimo confermate.  E’ sicuramente un bene che il mondo della ricerca scientifica si adoperi non solo per capire meglio da cosa dipende il possibile decadimento cognitivo, ma anche per trovare rimedi e accorgimenti preventivi. Però bisogna essere degli inguaribili ottimisti per pensare che a breve vengano dette delle parole risolutive sull’argomento. 

Ad oggi, le proposte più frequenti riguardano sicuramente gli esercizi di allenamento della mente. Esercizi che ricordano, ad un profano della materia come il sottoscritto, i videogiochi e che stimolano a pensare velocemente, a fare associazioni veloci fra oggetti diversi, a concentrarsi su ciò che interessa senza farsi distrarre da altri stimoli, a sviluppare la capacità di reazione, a migliorare la capacità di processare mentalmente ciò che vediamo e sentiamo per ricordarlo nel tempo, a considerare contemporaneamente più dati per giungere a conclusioni, eccetera. Per chi vuole farsene un’idea, la seguitissima rivista dell’American Association of Retired Persons ne offre un assaggio nel suo sito, alla pagina http://brain.aarp.org/    Ed è sull’onda di queste proposte che si stanno moltiplicando di numero coloro che dedicano parte del loro tempo all’esercizio mentale, anche perché questi esercizi, pur avendo alle spalle un retroterra scientifico, si presentano quasi sempre come dei giochini divertenti.

Poi però ogni tanto compaiono le conclusioni di altri ricercatori che mettono seriamente in dubbio la capacità di questi stimoli di dare benefici in termini di prevenzione dalle malattie mentali degenerative legate all’età. E’ il caso, per fare un esempio, della ricerca svolta dal Dr. Alan J. Gow dell’Università di Edinburgo, pubblicata sulla rivista scientifica Neurology e ripresa dal New York Times sulle sue pagine dedicate alla salute http://well.blogs.nytimes.com/2012/10/26/exercise-may-protect-against-brain-shrinkage/ : ciò che fa la differenza, secondo questo studio, è l’attività fisica. Dopo aver seguito un ampio gruppo di senior nelle loro attività quotidiane sia fisiche, sia intellettuali, sia sociali, i ricercatori sono arrivati alla conclusione che è proprio l’esercizio fisico il mezzo che può servire per proteggere il cervello dall’invecchiamento e che invece le stimolazioni date dalle attività intellettuali e sociali al massimo possono favorire il benessere e la qualità della vita, ma non aiutano a proteggere il cervello dalla degenerazione. 

In aggiunta a tutto ciò, se la maggior parte di coloro che si occupano dell’argomento prendono in considerazione l’esercizio mentale, l’esercizio fisico e le frequentazioni sociali, non mancano neppure coloro che mettono al centro dell’attenzione la corretta alimentazione, ipotizzando un rapporto stretto tra come mangiamo e l’efficienza del nostro cervello nel tempo.

Come comportarsi di fronte a queste diverse conclusioni ? Difficile rispondere, in mancanza di un consolidamento delle evidenze scientifiche.  D’accordo, gli esercizi mentali ci aiutano a tenere in forma il cervello, ma non è chiaro se è possibile prevenire le patologie, e nel caso come farlo.  Intanto, per non sbagliare e per dare un ruolo anche al nostro buonsenso e alle nostre esperienze, non ci resta che dedicarci alle buone letture, non smettere di studiare ciò che ci piace, applicarci a qualche attività, fare quotidianamente qualche camminata o biciclettata, non rinunciare a frequentare gli amici e perseverare nella nostra amata cucina mediterranea.

 

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Campanello d’allarme

Un campanello d’allarme inaspettato suona per i senior: la generazione dei figli del baby boom può vantarsi di una longevità attesa maggiore di quella dei loro genitori (e questo lo si sapeva), ma pare che contemporaneamente soffra di uno stato di salute peggiore. Lo suggerisce la rivista on line di Time del 5 febbraio, riportando le conclusioni di uno studio realizzato negli Stati Uniti e pubblicato su Yama Internal Medicine.  Negli Stati Uniti il significato di baby boomer è stato codificato: significa coloro che sono nati tra il 1946 e il 1964 (da noi in Italia il boom demografico non è esattamente nello stesso periodo) . Ebbene, questi 78 milioni di baby boomers Americani, malgrado una aspettativa di vita maggiore di qualunque generazione precedente, malgrado un servizio assistenziale medico complessivamente migliore che nel passato e malgrado le efficaci campagne contro il fumo o contro le diete sbagliate da cui sono stati bersagliati, risulterebbero meno in salute dei loro genitori: soffrirebbero di ipertensione, di diabete, di obesità e di eccesso di colesterolo in grado maggiore che nella generazione dei loro genitori.

La conclusione è frutto di uno studio basato su una comparazione di dati ufficiali.  La dottoressa Dana King, che insegna alla West Virginia University School of Medicine ed è autrice insieme ai suoi colleghi della ricerca, sostiene che è una convinzione errata quella di far dedurre un miglioramento delle condizioni di salute dall’allungamento della vita di qualche anno. Potrebbe, secondo lei, succedere che invece si vivano più anni gravati da malattie croniche. Non una bella prospettiva! Sembra di capire che obesità, cattiva alimentazione e basso esercizio fisico siano tra i principali imputati del peggioramento che ha scoperto. Tutti fronti dunque sui quali si può intervenire! Sarebbe interessante conoscere i risultati di studi comparativi analoghi considerando dati europei ed italiani. Magari le nostre pratiche su questi fronti sono già migliori di quelle dei cugini americani…

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Condividere interessi e passioni

Da parte di Angela: Il mio lavoro di insegnante alle Superiori era per me molto gratificante e paventavo l’idea della pensione. Mi sono allora creata un passaggio indolore alla vita da senior che è avvenuto con il part – time nella scuola e con la creazione di relativi spazi di tempo. La mia vita da senior è dunque iniziata così, ma anche con l’acquisto di una nuova casa in campagna, contenitore di un futuro col mio nuovo compagno. Mi sono improvvisata architetto per la ristrutturazione della casa e l’ho vissuta come occasione per rivisitare la nostra vita, utilizzando mobili e oggetti delle nostre famiglie d’origine e del nostro “vissuto” insieme, ricollocandoli in modo contemporaneo. Quest’attività, senza volerlo, è stata per me un vero e proprio percorso spirituale di accettazione delle mie molteplici e in apparenza contrastanti anime che ora convivono in pace tra di loro.
La nostra creatura è questa magione interpretata come Ateneo del vino e della gastronomia. Infatti con il mio compagno, esperto enologo, condivido interessi e passioni: coltivare viti, fare vino, divulgare. In itinere è stato possibile aprirvi un Agriturismo, e incanalarvi tutte le potenzialità, tutte le idee accumulate in almeno quarant’anni, i talenti artistici , gli strumenti metodologici acquisiti nella mia esperienza lavorativa e la voglia di rendere partecipi gli altri delle nostre emozioni. Il convivio è sempre stato l’obiettivo che abbiamo perseguito: infatti qui si incontra una grande varietà di persone, accomunate dal gusto per l’enogastronomia, per la natura, per l’Arte e per la cultura.
Qui c’è il fulcro della mia vita: amo confondermi con la bellezza e l’originalità del paesaggio che mi inducono a passeggiate ed escursioni tra le vigne e sulle montagne circostanti. Le molteplici attività che organizzo per i nostri ospiti, l’invenzione di nuovi canali per la promozione di eventi e la divulgazione della nostra attività contribuiscono a tenermi in forma la mente, e mi sono scoperta un’ intelligenza pratica che prima non sospettavo di avere.
Spero che questa mia realizzazione di vita sia un esempio per i giovani, in questo momento di difficoltà, affinché coltivino la speranza e capiscano che non ci sono limiti né di tempo né di età per esprimere e realizzare se stessi e che è possibile ritrovare la propria identità anche attraverso percorsi alternativi, non necessariamente il lettino dello psicanalista.  In foto, l’agriturismo di Angela, Antica meridiana, a Vicoforte (CN)

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I senior e gli orti

Per fronteggiare la crisi gli italiani non si limitano piu’ a risparmiare lasciando l’auto a riposo, riprendendo a pedalare e cuocendo il pane nel forno di casa: hanno cominciato anche in tantissimi – 2,7 milioni –a coltivare in proprio frutta e verdura da consumare ogni giorno. Lo afferma il Censis nel suo rapporto annuale presentato settimana scorsa dal titolo “L’Italia alla prova della sopravvivenza”.

Per gli orti è vero boom.  In campagna non è mai scomparsa l’abitudine di coltivarsi un pezzetto di terra per farci crescere pomodori, fagiolini e lattuga. Ma la principale novità sono gli orti urbani, per i quali qualcuno evoca un ritorno agli “orti di guerra”: si tratta di microappezzamenti talvolta concessi a pensionati e appassionati gratuitamente dai Comuni, che di fatto costituiscono le trincee verdi al carovita. Secondo un recente sondaggio Nomisma in un caso su cinque si fa l’orto per risparmiare sulla spesa alimentare. Ma la coltivazione di radicchio, patate e carote sembra essere soprattutto un bisogno ecologico e di benessere: il 60,2% degli interpellati da Nomisma si e’ fatto prendere dall’ortomania ”per consumare prodotti genuini”, mentre il 54% ama coltivare per rilassarsi e stare all’aria aperta.

In questo boom degli orti i senior la fanno da protagonisti: da sempre nelle periferie delle grandi città si vedono signori di una certa età che zappettano e in parecchi centri urbani le aree coltivabili vengono assegnate a pensionati che hanno voglia di cimentarsi con insalate e verze. Per non parlare di iniziative come quella di Bologna dove sono stati organizzati dei corsi per aspiranti ortolani, nella convinzione che la maggior parte dei sessantenni cittadini la terra e le sementi non le hanno mai toccate http://www.lastefani.it/archivi/893-gli-aspiranti-ortolani-a-lezione-di-biologico.html

Il WWF porta ad esempio il suo presidente e fondatore  Fulvio Pratesi, 78 anni, “che nell’orto di casa all’Oasi WWF di Pian Sant’Angelo, nel viterbese, coltiva filari lussureggianti di insalata e carote, cipolle, cavoli, zucchini, cetrioli, melanzane, peperoni e finocchi, dominati dalle incannucciate gravide di pomodori di tante varietà diverse, fagioli e piselli rampicanti, sedano, prezzemolo, cespugli di salvia e rosmarino, un melo cotogno e due olivi. Ma che non rinuncia all’orto nemmeno in città, e nei pochi metri quadri del suo terrazzo romano ha cresciuto pomodori, piante aromatiche come alloro, rosmarino e prezzemolo, un limone, un arancio amaro, un melo, un albicocco, due nespoli e un fico di cui contende i frutti con le cornacchie”.

 

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Generazioni

  “Generazioni” è il titolo del volumetto curato da Stefano Palumbo e edito da Guerini,  in cui sono presentate le conclusioni di un’un’indagine previsionale sul rapporto tra giovani e anziani al 2020.

Frutto di opinioni di nove esperti (sociologi, demografi, economisti, consulenti d’impresa ed esperti di comunicazione) elaborate con il metodo Delphi,  il volume è stato utilizzato come base di discussione per il Festival delle generazioni dello scorso ottobre.

Le previsioni spaziano da “l’evoluzione dei consumi”, al “mercato del lavoro”, al “rapporto con la tecnologia”, fino ai cambiamenti nella famiglia ed altro.

Ecco un assaggio all’interno del capitolo sulle tendenze dei consumi:

“Nel 2020 gli anziani avranno una forza fisica maggiore di oggi, godranno di buona salute grazie alla loro capacità di autoregolamentarsi, a uno stile di vita più attento all’alimentazione, a una maggiore attenzione alla coltivazione del proprio benessere fisico. Ciò, unito all’aumento dei <giovani anziani> (sessantenni e dintorni) dotati di titoli di studio medio-alti, favorirà un aumento dei consumi culturali e dei viaggi internazionali.

Aumenterà quindi l’interesse degli anziani per i prodotti (medici, ma anche alimentari) e i servizi (ginnastica specifica, terapie, ma anche viaggi) dedicati a garantire un relativo benessere…”

Buone notizie !!!

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