Da parte di Simone: E’ una lotta quotidiana contro la depressione. Ci sono giorni che vinco e giorni che perdo. Sono di più i giorni che non accetto di rimanere steso al tappeto, nel senso che al tappeto ci sono finito ma cerco tutte le energie che mi sono rimaste nel corpo e nell’anima perché non voglio credere che il sottoscritto, fino poco tempo fa considerato bell’uomo (così mi dicevano), di discreto successo, con delle belle qualità, adesso annaspo. Le donne mi guardano ormai come si guarderebbe un paracarro e d’altra parte non è che le fantasie sessuali abbondino. Lasciamo perdere… Sono separato da tanti anni e ho avuto altre relazioni, anche importanti, ma adesso la sola idea di impegnarmi in un nuovo rapporto mi mette il prurito. Pensavo che la mia professionalità costruita in tanti anni di lavoro in una grande azienda mi avrebbe permesso di dare un contributo da volontario in qualche associazione, ma ho scoperto con grande delusione che queste associazioni sono un mondo di potere dieci volte peggiore di quello aziendale e oltretutto meno organizzato. Ci riproverò, ma ormai senza grandi attese… Il momento più difficile è quando mi rendo conto di essere insignificante agli occhi degli altri. Un caro amico mi dice sempre che adesso che siamo in pensione è il momento di vivere giorno per giorno quel che succede godendo delle piccole cose e senza fare programmi. Probabilmente ha ragione lui, anzi sicuramente ha ragione lui perché lo vedo sempre sereno, ma per me è davvero difficile mettermi in questa prospettiva. Io senza qualcosa che mi prende, che mi interessa, che mi chiede di tirar fuori le mie capacità, non sono soddisfatto. Non do la colpa a nessuno. Se alla mia età non sono in pace con me stesso è solo responsabilità mia. E comunque bisogna guardare avanti. Questa storia é pubblicata anche su Osservatorio Senior.
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Non si tratta solo di sesso…
Nelle ultime settimane ho ricevuto, inviate alla rubrica “Invia la tua storia”, vari messaggi che parlano di Viagra, Cialis e Levitra. Ne riporto un paio.
Sotto il titolo “Come dovrei comportarmi?”, Rossana scrive: “Siamo una coppia di ultrasessantenni. In questi giorni ho scoperto da vie traverse ma con i miei occhi, che mio marito fa uso spesso di Cialis a mia insaputa. Potrebbe anche essere normale, se portasse dei benefici anche a me. Ma c’è una piccola cosa che fa la differenza. Non abbiamo rapporti intimi io e mio marito pur vivendo nella stessa casa e nello stesso letto da tanti anni. Lui dice che lo prende perché lo fa stare meglio, ma meglio con chi? gli chiedo io. Il Cialis non è un’aspirina per il mal di testa, o sbaglio? Come può reagire seriamente una donna di fronte ad una cosa che sa tanto di presa in giro? Cosa può pensare e come si deve comportare una donna- moglie di fronte ad un simile fatto? Accetto consigli. Grazie”
Il secondo post che riporto è di Giorgio Boratto e racconta del suo libro: “Sono l’autore di un libro dal titolo Bourbon & Viagra che racconta di un cantante country quasi settantenne che trova con il Viagra una seconda giovinezza sessuale… Il romanzo racconta la cavalcata, attraverso le canzoni country, di Martin Hedger, un cantante che si muove tra il Missouri, Nashville, Memphis e l’Alabama sulle orme di Johnny Cash e Willie Nelson. Con in testa un cappello da cowboy, Martin Hedger vorrebbe lasciare traccia. Ma viaggiando nel vento il suo mondo dura quanto una canzone. Martin è così: uno dei tanti che si stupiscono d’invecchiare, ma hanno riempito la loro vita di tutti gli elementi che lasciano un cappello pieno di pioggia. Martin Hedger ha il vantaggio di essere ironico e trova un senso comico nella sua ricerca di sesso a tutti i costi. Come finirà? Nessuna indicazione, ma la sua vita è piena di indizi.”
Il Viagra, copostipite dei farmaci che aiutano le prestazioni sessuali, ha compiuto 15 anni pochi mesi fa. Non c’è dubbio che, insieme ai ritrovati che l’hanno seguito, abbia prodotto una piccola rivoluzione non solo nei comportamenti sessuali, ma forse ancor di più nelle aspettative, nell’immaginario, nelle relazioni, nei sentimenti e nei timori di uomini e donne senior.
Secondo il rapporto Coop 2013, i consumi in generale continuano a calare. Di recente diminuiscono soprattutto quelli legati ai cosiddetti vizi: il consumo degli aperitivi è calato del 5%, quello dei superalcolici del 3%, il vino ha registrato un -4% e in due anni le sigarette fumate sono state il 14% in meno. Persino il caffè, che è parte delle nostre abitudini quasi quanto gli spaghetti, in sei anni ha avuto una contrazione del 21%. Viagra ed affini invece no, loro vanno in controtendenza: + 8% in due anni, complice sì l’uso anche da parte dei più giovani, ma soprattutto la maggiore diffusione tra gli over 55. Se questa non è una piccola rivoluzione nei costumi…
Se, come racconta Boratto, il viagra può aver portato sensazioni di nuove opportunità, nuovi modi d’invecchiare e pure un po’ di comicità e di autoironia, d’altra parte, come invece testimonia Rossana, la “virilità maschile a tempo” può produrre nuovi sbandamenti.
“Il viagra potrebbe essere l’ultimo sfasciafamiglie” ha sostenuto la giornalista Terry Marocco su Panorama, che argomentava così: “La seconda giovinezza sessuale dei maschi ha messo in difficoltà unioni che da tempo avevano superato brillantemente la crisi del settimo anno” e suggerisce che il raddoppio dei divorzi in Italia degli ultrasessantenni negli ultimi dieci anni sia attribuibile anche a questi farmaci. Nello stesso articolo si riporta l’opinione di Paola Beffa Negrini, psicologa all’Università Cattolica di Milano, che sull’argomento ha condotto uno studio per la società di geriatria: “Oggi gli uomini hanno più carte da giocarsi rispetto alle coetanee settantenni. E le lasciano più facilmente, credendo che tutto si possa risolvere con le pillole, anche se poi senza la vecchia moglie non sanno neanche dov’è la tintoria”. Davvero vogliamo pensare che l’aiutino non possa essere a beneficio anche delle coppie più assestate ?
“I diari del viagra” e i libri per i senior
I guru delle grandi case editrici l’avevano preannunciato: è in arrivo un’ondata di pubblicazioni dedicate ai senior, scritte dai senior e con i senior come protagonisti. Puntuale, l’operazione sta effettivamente iniziando e sta prendendo la forma soprattutto del romanzo leggero. Se sarà poi un’operazione di qualità lo potremo valutare solo più avanti, anche se i primi segnali sono piuttosto deludenti.
Per la verità è stata Hollywood per prima ad accorgersi del “mercato” costituito dai baby boomers, producendo film a loro rivolti e adottando interpreti della medesima generazione. Ora tocca all’editoria libraria. Per capire cosa sta succedendo è utile ricordare le parole del magazine on line “Libreriamo”, che propone un parallelo tra la letteratura per i senior e quella per gli young adults: “Quest’ultima, nata negli anni ‘70 grazie all’enorme ondata di lettori boomers, allora adolescenti interessati a identificarsi nei personaggi dei libri, ha riscosso un enorme successo e resta, ancora oggi, una categoria molto forte dell’industria del libro. Come la letteratura young adult si occupa di protagonisti adolescenti alle prese con le difficoltà e le situazioni che li porteranno a vivere il passaggio all’età adulta, così la letteratura baby boomers si focalizza su un’altra grande transizione: il passaggio alla terza età. I lettori vogliono sentirsi rappresentati, vogliono opere letterarie e personaggi nei quali identificarsi in questo delicato momento della loro vita”.
Un esempio eclatante di questo fenomeno editoriale è “I diari del viagra”, volume in uscita in Italia in queste settimane nella collana Rizzoli Max, scritto dalla californiana Barbara Rose Brooker (in foto, ripresa a casa sua nel 2010) e che ha come protagonisti la 65enne Anny e il settantenne Marv. Tradotto in molte lingue, il libro ha già avuto un buon successo negli Stati Uniti e sta diventando anche una serie televisiva. L’autrice, nativa di San Francisco che è anche il palcoscenico del suo romanzo, scrive, dipinge, tiene seminari, è un’attivista per i diritti umani e da anni lotta contro la discriminazione legata all’età. E’ lei la promotrice della prima age march della storia, per l’orgoglio dell’età e contro la age discrimination, che si è tenuta sulle sponde del Pacifico l’8 agosto del 2010. “I diari del viagra” sono dunque l’opera di una persona che conosce da vicino le tematiche dei senior, a cui si appassiona. Nel romanzo, la protagonista Anny è giornalista di mestiere e pittrice per hobby, è separata, ha una figlia grande dalle stucchevoli premure nei suoi confronti e da parecchi anni non ha rapporti con l’altro sesso. Però non è per niente disponibile ad accettare una vita solitaria e quando la sua caporedattrice le fa pressione per trovare qualcosa di nuovo che catturi i lettori della sua rubrica, Anny si inventa in un sol colpo due grosse novità che le cambiano la vita: si iscrive a un sito di appuntamenti on line e si getta a capofitto in una serie di incontri da cui trae ispirazione per i suoi pezzi giornalistici. Naturalmente, tra tanti uomini insignificanti incrocia anche Marv, il suo nuovo principe azzurro. Anny racconta con dovizia di particolari gli appuntamenti con Marv nella sua rubrica, che a questo punto sfonda e raccoglie consensi unanimi. Nel rapporto con il prestante Marv, Anny si rimette in gioco, con tutte le paure che si possono avere alla sua età. D’altra parte, riscoprire emozioni, sesso, amore, così come esplorare le diffidenze reciproche e le difficoltà di comunicazione con il nuovo tipo antropologico del maschio settantenne che fa uso del viagra, sono insieme il premio e la fatica per chi non vuole perdere le opportunità di questo tratto di vita. Queste, in sintesi, sono la trama e l’ispirazione de “I diari del viagra”. Il tema è interessante, siamo al cuore di una parte importante della “vita nuova” dei senior. Il modo in cui viene affrontato invece è piuttosto deludente, anche se mi rendo conto che l’obiettivo è una lettura leggera sotto l’ombrellone. Saturo di tic americani, con dialoghi che ondeggiano tra la telenovela e il fotoromanzo, oberato da un eccesso di tacco 12 e di prestazioni sessuali, il libro si propone dichiaratamente come “il Sex and the City di una generazione che continua ad amare ed osare”: sicuramente una buona premessa per il successo commerciale, ma non cercate qui la letteratura !
P.S. di domenica 7 luglio: quando la reltà nostrana supera la fiction: http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_luglio_6/stalker-70enne-denunciato-amore-online-2222026134808.shtml
L’età dell’assaporare
Maria ha raccontato la sua storia con grande sincerità. Ho concordato con la protagonista della storia di non usare il suo nome vero, ma un nome di fantasia, Maria appunto.
“In pensione da qualche anno, ho svolto un lavoro di responsabilità, complesso e delicato, che mi ha portato ad impegnare tutta la mia intelligenza e caparbietà e a raggiungere significative realizzazioni personali all’interno di una carriera pesante per una donna, ma gratificante.
In gioventù sono stata una giovane signora graziosa e appetibile, non gratificata da un marito che non accettava le mie capacità, non era attratto e palesemente rifiutante; secondo lui, le mie qualità avrebbero dovuto rimanere su un piano ideal-teorico, ma non essere impegnate nella realtà. Negli anni queste divergenze sostanziali hanno portato a crescite personali separate e poi al divorzio.
Sono stata tormentata da una sessualità esuberante e non appagata, che mi ha indotto talora a cercare altrove conferme, commettendo sciocchezze e innamorandomi anche di uomini regolarmente sposati, che mi davano piuttosto l’impressione di usarmi per tenere in piedi i loro fragili matrimoni.
Da senior, divorziata da molto tempo, mi sono ritrovata, improvvisamente libera dalla mia libido, che mi condizionava a competere, a piacere, a cercare di sedurre e conquistare, anche se non era certamente la via per raggiungere l’affetto nella forma che desideravo.
Per me, l’arrivo della piena maturità, che mi ha regalato tra l’altro la cessazione delle poussée ormonali, è giunto come una liberazione da impulsi e conflittualità che mi facevano assumere comportamenti, che poi mi ritornavano in negativo, che mi complicavano la vita e soprattutto mi davano molta sofferenza, con ricaduta sull’autostima e sull’insicurezza.
Trovo che la terza età, che segue l’epoca del fare e dell’avere per soddisfare, rappresenti la stagione dell’assaporare. Ora assaporo una vita meno faticosa, con meno lavoro, meno responsabilità, meno competizione. Ora posso godere le amicizie vere e scelte e non, come spesso accade, quelle imposte dal lavoro o da altre convenienze contingenti. Mi è sempre piaciuto cucinare, invitare, ma, col mio lavoro impegnativo, facevo la spesa alle sette di sera e cucinavo di notte per la sera successiva, con l’ansia incalzante della prestazione, come in qualunque campo, e con la preoccupazione del giudizio. Ora, posso dedicare tempo a cucinare in serenità, a invitare gli amici, a fare la spesa, senza sottrarre, per questo, tempo al mio sonno. Mi è sempre piaciuto leggere, ora continuo a leggere di notte per scelta come momento di personale raccoglimento.
Quando ormai non me lo aspettavo più, la vita mi ha regalato l’incontro con un uomo maturo che riesce a valorizzarmi, sa sorvolare i miei lati meno positivi e ora è il mio compagno. Durante una recente malattia ho potuto apprezzare la sua capacità di accettare le modificazioni della mia persona, nell’aspetto, nella efficienza, la diminuzione delle energie, ed anche dell’appetito sessuale: scoprire che i limiti, non chiamiamoli difetti, vengono accettati e visti come quello che si è e non un’altra immaginata, è un bel regalo della vita.
Ho fatto una scelta egoistica, in linea con altre scelte importanti della mia vita, in cui ho chiari i miei bisogni ed i miei limiti, di non vivere insieme, ma di continuare a stare in città diverse, di stare insieme a periodi, quando possiamo condividere l’amore per l’Arte, la musica, i viaggi, e i tempi per coltivarli insieme. E assaporo tutto questo…..la terza età è una stagione della vita veramente a sorpresa, interessante, con meno tensioni e molto più spazio per sé, compresi i propri difetti.”
Vi tenete ancora per mano ?
L’affettività e la sessualità delle coppie over50 sono l’oggetto di un’ampia indagine in corso di svolgimento negli Stati Uniti, ad opera della scrittrice Chrisanna Northrup, della sessuologa Pepper Schwartz e del sociologo James Witte. Finora sono state raccolte le risposte di oltre 8.000 senior (circa 70.000 gli intervistati comprendendo tutte le età). Qualche prima anticipazione sui risultati già si conosce, ad esempio che le coppie felici di lunga data sono quelle dove i partner continuano ad incoraggiarsi reciprocamente nelle relative passioni e ambizioni, oppure che il classico “I love you” parrebbe dichiarato assai più dai senior maschi che dalle coetanee femmine. Ma prima ancora dei risultati, che è un po’ presto per leggere in modo completo, sono le curiose domande poste che attirano l’attenzione e che danno l’idea di cosa, secondo i ricercatori, è importante per l’affettività e la sessualità. Al di là delle scontate richieste di informazioni sulla frequenza e modalità dei rapporti sessuali, ecco qualche esempio di alcune delle domande di cui è composta l’indagine:
– baci ancora in pubblico il tuo partner ?
– hai mai letto le email del tuo partner ?
– ti capita spesso di tenere le sue mani tra le tue ?
– hai mai una sensazione di obbligo quando fai l’amore con lui/lei ?
– vi baciate ancora appassionatamente ?
– cosa vorresti di più dal tuo partner che non riesci ad ottenere ?
– dici al tuo partner quanto la/lo trovi attraente ?
– se dovessi ricominciare daccapo sceglieresti la stessa persona ?
“Cosa è normale ?” è il titolo scelto per l’indagine. Rimaniamo in attesa di sapere in cosa consiste il romanzo d’amore del senior americano “normale” di oggi.
Accettare il corpo che cambia
Anche un ultrasessantenne ha bisogno di attenzioni amorose e di rapporti intimi, così come può sentire ancora vivo il bisogno di essere soggetto ed oggetto di attenzioni erotiche. In uno degli studi degli ultimi anni fatti dal Censis per conto di Salute Repubblica si è affermato che emozioni amorose, intimità e sessualità sono dimensioni che rimangono ben vive nei senior.
Secondo quell’indagine, più della metà degli over 60 si dichiara innamorato, con un valore ben differenziato tra uomini e donne: sale al 65,4% per gli uomini e scende (ahinoi cari maschi!) al 45,2% per le donne.
Anche la sfera sessuale e dell’intimità fisica continua a rappresentare, e a lungo – almeno fino agli 80 anni – un elemento rilevante della vita (lo è per circa due maschi su tre, per poco meno della metà delle donne), anche se il 46,8% gli attribuisce meno importanza di prima, più per ragioni valoriali o di opportunità che strettamente fisiologiche. D’altra parte, l’uso di farmaci per migliorare le prestazioni sessuali è valutato positivamente dal 23% dei senior, con un consenso maggiore tra i sessantenni e i settantenni.
Sessuologi, psicologi e medici sono d’accordo: a patto che ci sia un decente stato fisico generale, sesso, intimità e amore non hanno età, il segreto è adattare le aspettative e accettare il corpo che cambia, sia il proprio sia quello del partner.
Coppie senior
L’amore resiste senza il fuoco che arde ? Le coppie assestate di cinquantenni che dopo trenta o più anni di matrimonio ne prospettano davanti a sé altri venti o trenta prima di entrare davvero nella vecchiaia, ci riescono a tener vivo il rapporto di coppia ?
Eh sì, perché la nostra società di oggi – così fluida, variopinta e inaspettata – è vero che ci propone le situazioni più disparate: nuovi amori senza confini di età, aumento delle separazioni tra gli over 50 e 60, un numero elevato di senior che vivono da single, famiglie allargate agli ex e ai figli degli ex, eccetera eccetera, ma è innegabile che statisticamente la situazione più gettonata rimane la coppia stabile: cioè quella che si è formata quando si era giovani, che ha condiviso gioie e dolori per un trentennio e che arrivata alle soglie della nuova vita da senior, scopre di non avere davanti un futuro di sola solidarietà (che comunque sarebbe già molto), ma un buon ventennio in cui la coppia va tenuta vitale.
Oggi i 50-60enni sanno che il loro futuro, prima della vecchiaia vera, può essere attivo e pieno di opportunità. Questo vale anche per la coppia. Come ho provato a raccontare nel mio “I ragazzi di sessant’anni”, l’arrivo della fase di vita nuova è un momento in cui nella coppia si rimettono in discussione gli equilibri (di tempi, di spazi, di autonomie) faticosamente trovati in precedenza. La libido è in calo, eppure la sessualità, una volta negata a questa età, oggi è vissuta con più naturalezza. Spesso si può far conto su una buona dose di complicità, solidarietà e comprensione reciproca, e tutte le ricerche dicono che maschi e femmine in procinto di andare in pensione hanno aspettative positive di maggior intimità col coniuge, però non basta: senza rispondere insieme al desiderio di scoperta, di mistero, di esplorazione, che nei sessantenni di oggi non si è ancora sopìto, il rischio che la coppia senior si inaridisca è molto alto.
Coppie senior: sesso e intimità cercasi
Sono tante le coppie di senior che dopo molti anni di matrimonio rinunciano al sesso ed evitano persino di parlarne. E’ l’argomento che, in tono leggero e divertente, la 63enne Meryl Streep e il 65enne Tommy Lee Jones ci propongono nella commedia “Hope Springs”, uscita settimana scorsa negli Stati Uniti e in programmazione nelle sale cinematografiche italiane a partire da ottobre (per vedere il trailer in italiano http://www.youtube.com/watch?v=ZAW1mpQLMQA).
Kay e Arnold, i due protagonisti, sono la classica coppia annoiata da tanti anni di matrimonio, che si tiene lontana da intimità e sesso. Per dire, l’emozione che riescono a darsi per il trentunesimo anniversario della loro unione è che si regalano la sottoscrizione ad un nuovo canale tv. Finché le insistenze di lei, che non si dà pace per la situazione, li porta in una cittadina del Maine dove si cimentano in una piccola olimpiade settimanale di recupero dell’intimità sentimentale e fisica.
Storia leggera, che ha però immediatamente conquistato il cuore della critica americana. Non manca chi sfotte ipotizzando la nascita di un filone “Viagromedy”, ma ad esempio il Washington Post l’ha definito “a minor miracle of a movie”. Non stiamo parlando di un gran film, ma quel che colpisce è l’operazione (coraggiosa?) di portare sullo schermo un tema tabù senza cadute volgari.
Immediati i commenti anche degli esperti. “In una società dove la mancanza di sesso tra marito e moglie è considerata un deficit – dice ad esempio Pepper Schwartz – per gli uomini un deficit di virilità, per le donne di desiderabilità, può essere umiliante far saper che il sesso e l’intimità non fanno più parte del proprio matrimonio”. E così le donne non ne parlano volentieri con le amiche, gli uomini men che meno. Figurarsi all’interno della coppia. Anzi, prosegue la Schwartz, si tende a rinchiudersi emotivamente, a mettersi sulla difensiva e a dormire il più lontano possibile l’uno dall’altra.
Sul sesso dopo i 60
I commenti di Irene, dopo l’articolo di mercoledì sul sesso dei senior: Mi è piaciuta la ricetta della dott. Schwartz (giovedì trippa, venerdì sesso), ma al di là del sorriso, questo è per me, il vero tasto dolente dell’invecchiamento e scrivo per capire se sono io ad avere una sbagliata visione del problema o altri(e) la condividono. Sono reduce da un lungo matrimonio in cui l’intesa sessuale era decisamente buona e aveva un’importanza rilevante nel rapporto, ma questo mi ha portato ad esigere molto: io non voglio “fare sesso”, io vorrei ancora “fare l’amore” , cioè l’insieme di attrazione e desiderio, affetto e complicità dove anche l’estetica è importante (guardarsi è un piacere irrinunciabile), ma non riesco a superare nè l’imbarazzo di presentare un corpo che ogni giorno è meno attraente, nè la paura di trovare sgradevole la vecchiaia dell’altro e mettermi con uno più giovane mi farebbe sentire ancora peggio. Se si ha la fortuna di stare con il partner da molto tempo, il deperimento fisico è vissuto gradualmente e insieme, quindi è accettabile e le eventuali differenze di atteggiamento riguardo al sesso non sono che un aspetto delle normali differenze che ci sono in una coppia anche sugli altri fronti . La cosa cambia se si parla di prima volta.
Ricordo di aver letto tanti anni fa un romanzo di Garcia Marquez in cui il protagonista, avanti con gli anni, temeva che al primo incontro con la donna che aveva inseguito per tutta la vita, lei fosse delusa dalla sua pelle che “odorava di vecchio”. Questo è il problema e non ci sono soluzioni, io l’unica cosa che sono riuscita a fare è rimuoverlo, riempiendo la mia vita di altre cose gratificanti e oggi posso dire di essere contenta. Ma se se ne parla è come parlare di una persona molto amata che è venuta a mancare: uno struggente desiderio di rivivere alcuni momenti .
La dottoressa Schwartz e il sesso dopo i 50-60 anni
La dottoressa Pepper Schwartz è un’ accreditata esperta americana di sessuologia e di relazioni di coppia specializzata sugli over 50, nonché columnist nel più diffuso portale americano dedicato ai senior, quello collegato all’associazione AARP, dove cura la rubrica “home, family, sex and intimacy”. I suoi più recenti contributi sul sito AARP toccano temi come la frequenza dei rapporti sessuali dopo i 50- 60 anni, gli effetti sulla vita di coppia delle bugie che i coniugi si dicono, come affrontare le differenze di desiderio sessuale nella coppia di una certa età, eccetera.
Fin qui, niente che suona particolarmente strano all’orecchio europeo, per lo meno al mio.
E’ quando si entra nel merito degli argomenti che non riesco a trattenere il sorriso. Possibile che i cugini americani su qualunque argomento, pure il sesso, debbano proporre dei decaloghi, il vademecum delle giovani marmotte ?
Ecco un esempio: alla domanda “cosa fare quando il vostro partner vuole più o meno sesso di voi ?”, la risposta è data da “7 steps per risolvere il problema delle differenze di desiderio”.
Pare che questo sia uno dei problemi che più spesso vengono portati all’attenzione dei sessuologi dagli over 50. E il primo step raccomandato dalla Schwartz mi sembra ragionevole: domandati se è davvero un problema di sesso o dietro non c’è qualche altra ragione, qualche altro desiderio affettivo da soddisfare.
E’ il secondo punto che comincia a darmi qualche brivido: negozia la frequenza degli incontri sessuali e arriva ad un compromesso esplicito su quante volte alla settimana e al mese. Al terzo punto penso che sia uno scherzo: fissate le date, in quali giorni del calendario farete sesso. Non è uno scherzo, l’argomentazione è pure articolata: chi ha più desiderio è rassicurato dal sapere che quel giorno il sesso non potrà mancare, a sua volta il partner che ha meno desiderio è tranquillizzato che non si andrà oltre le date stabilite. Da quel momento, dice la Schwartz, le tensioni di coppia diminuiscono. E se il giorno stabilito non si è nello stato d’animo giusto ? Poco probabile – è la risposta – le date pianificate avranno sicuramente reso più facile il rapporto e comunque non provatevi a sgarrare nel giorno predestinato (è il quarto punto) o a ridiscutere le date (quinto comandamento).
Fermiamoci qui. Solo un appello vorrei aggiungere: sessuologhe e sessuologi di casa nostra, ditemi per favore che riuscite a fare bene il vostro mestiere anche senza passare dai decaloghi!
Per chi vuole leggere l’originale: http://www.aarp.org/home-family/sex-intimacy/info-06-2012/steps-to-resolve-sexual-desire-differences.1.html