Scrive Mario: Quando sono andato in pensione, con alcuni colleghi abbiamo iniziato a ritrovarci per delle passeggiate in bicicletta un giorno alla settimana; poi il gruppo è via via cresciuto di numero. Siamo persone generalmente “over 60”, amanti del cicloturismo praticato a bassa velocità, spesso con la formula “treno + bici”. I nostri percorsi, come lunghezza e difficoltà, tengono conto delle nostre età anagrafiche; nei nostri percorsi cerchiamo di vedere il territorio nei diversi aspetti, quali la storia, l’arte e la cultura; non ultimo, teniamo presente l’aspetto enogastronomico, con le soste a pranzo in trattorie tipiche. Nelle nostre gite si pedala in compagnia, si fanno nuove amicizie e si conosce il territorio, percorrendo strade secondarie pianeggianti e a basso traffico, senza correre e fermandosi quando occorre, per godersi il panorama o per scattare delle fotografie. E, dopo aver esplorato la propria provincia, può venire la voglia di allargare gli orizzonti e affrontare un viaggio su due ruote, una vacanza in sella alla propria bicicletta….abbiamo così organizzato alcune pedalate di più giorni.
Nel nostro cicloturismo tranquillo procediamo con velocità che tengono conto di chi può essere in difficoltà, in modo che nessuno mai si senta “l’ultimo”, rimanendo staccato dagli altri.
Nel gruppo si può sempre dare qualcosa e tutti possono farlo, anche solo un sorriso, un aiuto, una risposta gentile, un incoraggiamento, i propri talenti; questo clima favorisce la collaborazione e la condivisione dei compiti: chi guida la gita, chi scatta le foto, chi solleva lo spirito con il suo umorismo, chi aiuta a riparare le nostre biciclette in caso di forature o rotture,…ecc.
A volte mi hanno chiesto: ma a te, non più giovane, chi te lo fa fare di affrontare queste fatiche, di alzarti a volte anche un po’ presto, per raggiungere il luogo di partenza? Un po’ è la passione, un po’ la nostalgia della giovinezza, quando una biciclettata tra amici rappresentava il modo più semplice e spontaneo per stare in compagnia.