Posts Tagged: tempo libero

Tempo di coraggio e utopia

Ho sessantaquattro anni e non sono vecchio o almeno non mi sento tale. Io vorrei stare ancora in mezzo alle persone, aggrapparmi a quello che accade. Ci sono risvegli che sono uguali a quelli dei trent’anni, pieni di amore, pieni di fame, pieni di voglia di stupire e di stupirmi, ma di andare all’università della terza età o in un centro anziani a giocare a tressette rimpiangendo il passato, proprio non mi va. Che poi a tressette io non so nemmeno giocare. E non mi va neppure di rifugiarmi in un cinema a vedere film pornografici e farmi tenere compagnia da tutta quella carne spiaccicata sullo schermo. Che infinita tristezza.

Io sono un uomo i cui pensieri, le cui paure sono di pura semplicità. I miei soldi sono contati, la mia casa è dignitosamente piccola, i miei sogni sono come i sogni di chi da sveglio litiga con la realtà nemica e un po’ perfida. Alla mia età nessuno è sicuro di niente ma tutti sperano in qualcosa, e anch’io. Magari qualcosa piena di aspettative ma anche di dubbi. E anche per me si fa più forte il sospetto che i giorni possano contenere ancora qualche sorpresa e non debba rimanere fermo e dignitoso a farmi sfuggire dalle mani la sabbia della mia clessidra.

Ci sono giorni interi che se ne vanno come in uno sbadiglio, anni che durano il tempo di una gita scolastica e ci sono minuti che possono contenere tre generazioni. La vita è così interessante che mi piacerebbe restare qui per sempre solo per vedere cosa succede, come va a finire. La vita è bella ad ogni età con i suoi chiodi, le sue nuvole, le sue carezze.

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Padroni del proprio tempo

Per caso ho trovato questo interessante blog, mi presento mi chiamo Angelo e ho 65 anni, fisicamente mi difendo, quello che vorrei comunicare a quelli che hanno la mia età, è quello di fare tesoro di tutte le esperienze fatte nel proprio tempo, dico proprio e non nel tempo rubatoci da molte vicisitudini negative che la vita ci ha fatto affrontare.

Vivere il proprio tempo è essere sempre se stessi e non quello che il sistema vorrebbe che fossimo, essere se stessi significa dare veramente per ciò che siamo per ricevere ciò che vorremmo, cioè L’amore. L’amore non ha tempo ma percepirlo nel nostro tempo può fare miracoli, in ogni senso. Un saluto caloroso a tutti voi. Angelo

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A precipizio verso… me stesso

Classe (i nostri anziani di un tempo usavano spesso questa divertente parola) 1960, classico bravo ragazzo, educazione severa e spartana, pochi soldi e poca vita, autostima pressochè nulla, pochi amici, pochissime donne, laurea in economia alla grande. Da sempre (dai 25 anni a tutt’oggi) lavoro per un importante ente pubblico nazionale, ma con una gestione professionale di me stesso pessima (sono perfezionista, poco incline al compromesso e a volte un pò lento a capire e a reagire alle situazioni), tanto da ritrovarmi sempre dietro agli altri. Sono sposato con una donna magnifica, positiva, allegra, decisa per quanto per certi versi insicura anch’ella, innamorata, che tuttavia a volte mi dà l’impressione di governarmi in tutto e per tutto. Ho due figli (maschio e femmina) ormai grandi, che non mi danno alcun problema (forse perchè gli abbiamo dedicato davvero tanto tempo e tantissime energie). Soprattutto, sono pigrissimo, non intraprendo nulla, anche temendo di sbagliare e il giudizio altrui. Insomma, una vita grigia e – finalmente – vengo al punto, che è il “terrore” della vita da pensionato, per me che non manco un giorno dal lavoro e temo le ferie per la paura del tempo libero, del ritrovarmi solo con me stesso a dovermi inventare le giornate, io che di inventiva praticamente non ne ho! Tuttavia, il suo blog (per l’esattezza un suo ospite), scoperto solo oggi e per puro caso, qualche spunto me l’ha dato e quindi in questo momento mi sento più sereno. Naturalmente, penso che continuerò a seguirvi.

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Turismo evergreen di gruppo

Pubblico con piacere questo articolo di Silvia Ghidinelli.

Vi sarà forse capitato di incontrare, anche nelle vostre città, frotte di senior, accompagnati da una guida, intenti ad ammirare le bellezze che li circondano. E’ il turismo di gruppo della terza età.

 

 

Sì perché i senior, spesso, amano viaggiare in gruppo, con le loro Associazioni di Volontariato, di Pensionati, delle loro Parrocchie e, proprio per questo, amano viaggiare tra persone conosciute e spesso amiche, con le quali vivere in gruppo e condividere importanti esperienze, divertirsi insieme, e, in fin dei conti, riappropriarsi dell’atmosfera della giovinezza, quando il gruppo era parte integrante della vita. Sì, perché il gruppo è goliardico, allegro ed integra facilmente anche coloro che sono soli …

Molti senior sono liberi da impegni lavorativi e perciò possono scegliere di viaggiare in qualunque momento dell’anno; è favorita la scelta delle medie stagioni, perché il clima è mite , ma non afoso, i prezzi calmierati, l’accoglienza negli alberghi più curata e meno frettolosa, i siti, i monumenti e i musei meno affollati.

Inoltre il TEMPO, risorsa dei senior, consente loro, se lo desiderano, un lento avvicinamento al luogo prescelto, gustando via via i cambiamenti della natura, delle architetture, dell’Umanità incontrata. Modalità ben lontana dai viaggi “mordi e fuggi” che ti catapultano nelle capitali in poche ore, lasciandoti per altrettanto poco tempo, senza alcun riferimento di localizzazione se non la carta geografica.

In questi viaggi di gruppo raramente il pranzo è libero, per mangiare magari un panino o frutta, come sarebbe anche bene, ad una certa età, per non appesantirsi. Invece, è più in uso che i senior in gruppo condividano il piacere di stare a tavola per gustare cibo tipico del luogo, assaggiare vini nuovi, e, se si trovano all’estero, comparare il tutto con l’ineguagliabile cucina italiana.

Va da sé che, se i viaggi sono organizzati da Enti religiosi, si cercheranno anche le tracce del Cristianesimo nei luoghi visitati: come è accaduto a me, grazie ad un bel viaggio in Grecia con la Diocesi della mia città, di seguire le tracce di S.Paolo all’Areopago sull’Acropoli di Atene e a Corinto, o di S.Andrea a Patrasso. Il viaggio era aperto a tutti, credenti e non, e voglio aggiungere che è stato molto interessante anche per me che sono agnostica, ma percepisco il fascino del Vangelo e provo grande rispetto e ammirazione per coloro che lo vivono con Fede.

Anzi credo che i senior, spesso, inseguano non solo interessi culturali, ma anche spirituali, perché, come dice Hillman, non bisogna trascurare l’anima più profonda, la quale, al di là della gratificazione fisica, ha bisogni estetici: senza immagini e sensazioni di bellezza, l’anima appassisce e muore.

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La cura di sé: buone pratiche

Ricevo da Silvia Ghidinelli e volentieri pubblico: “Ho raccolto alcune testimonianze, intervistando senior nell’Università della terza età della mia città, sul tema della cura di sé.     Che cosa è utile fare da parte di noi senior?

Innanzitutto si ha più tempo a disposizione, perciò si può lasciare la macchina e spostarsi di più a piedi per andare in centro o a fare commissioni; fare delle camminate o continuare a fare gli sport a cui siamo abituati, senza esagerare negli sforzi…

Si ha più tempo a disposizione e perciò sarebbe più facile la cura della propria persona, ma è bene prendere coscienza che spesso ci invade una certa pigrizia, che sopravviene perché c’è meno il confronto con gli altri nell’ambiente di lavoro, meno lo stimolo a vestirsi e a truccarsi, sollecitato anche dall’incontro con i colleghi più giovani. Allora che fare?

Andare regolarmente dal parrucchiere per la tinta o per un buon taglio, se si è deciso di essere delle “pantere grigie”, cioè di sbandierare con grinta la propria chioma naturale. Il parrucchiere di fiducia è un luogo dove si incontrano persone varie, si ha a che fare con professionisti che non ci fanno sentire fuori dal mondo, si sfogliano giornali di moda e di mondo….

Vestirsi senza spendere una fortuna… C’è più tempo per cercare tra i saldi qualche capo insolito, qualche colore allegro…Di certo noi senior privilegiamo il capo “caldo”, pratico, le scarpe comode, ma attenzione che la praticità non sia a scapito della bellezza e della gradevolezza. Da giovani si deve piacere, ma da senior non si deve dispiacere…- diceva una mia cara zia.

Hillman, uno psicologo e filosofo che si è occupato della Terza età, ci esorta a curare il nostro gusto estetico . “Il compito della terza età è l’esercizio del gusto, perché troppo spesso si evidenzia un declino estetico: ci si veste come capita, con volgarità nella scelta dei colori, sensibilità rozza. Il declino verso un’estetica da centro commerciale e da fast food non è dovuto del tutto alla depressione economica o psicologica, né ai farmaci con i quali ci instupidiamo. La mancanza di gusto deriva anche dal fatto di trascurare l’anima più profonda, la quale, al di là della gratificazione fisica, ha bisogni estetici. Senza immagini e sensazioni di bellezza, l’anima appassisce.”

Ecco allora, come ha proposto una delle mie intervistate, che è bene, fin dal mattino, lavarsi, vestirsi, truccarsi pettinarsi e mettersi persino gli orecchini, in modo da essere presentabili sia se qualcuno passa a casa a trovarci, sia se decidiamo improvvisamente di uscire. Da bandire invece, l’uso della tuta in casa, che contribuisce a renderci sciatti e pigri….

Ma, naturalmente, la cura di sé diventa anche cura e attenzione al proprio lato spirituale, per lasciarsi invadere dalla bellezza dell’arte, della musica, della poesia. Abbiamo più tempo a disposizione, per andare a concerti o a visitare chiese, musei, mostre, o, finalmente, mostrare attenzione ai palazzi, architetture, piazze, portali: l’arte gratuita a kilometro zero.

E’ anche l’occasione per riscoprire o scoprire i propri talenti: le abilità culinarie, di cucito, ricamo, pittura, strumento musicale, scrittura….che mettono in gioco il bello: belle immagini e realizzazioni armoniose.

Ecco un haiku scritto dal poeta Seiju a settantacique anni:

Nemmeno per un attimo

le cose sono ferme – guarda

i colori degli alberi.”

Questo articolo é pubblicato anche su Osservatorio Senior

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Il senso delle mie giornate

Sono andata in pensione quattro anni fa. Il mio lavoro è stato molto impegnativo, dal punto di vista sia fisico sia mentale. Lavoravo in una grande azienda e i problemi interni erano tantissimi e difficili. Nonostante questo non pensavo di lasciare un lavoro che comunque amavo, ma la malattia con la quale ho combattuto negli ultimi anni e le continue battaglie interne mi hanno convinta ad un certo punto che era meglio smettere.
La mia vita è stata un’altalena di alti e bassi, di difficoltà e avventure. Comunque credo di aver sempre trovato la forza per affrontarle e superarle. Dopo la laurea sono seguiti 6 anni di precariato (anche allora esisteva…), poi finalmente è arrivata l’assunzione. Ho svolto il mio lavoro con passione, amandolo in modo quasi viscerale, dedicando una grande quantità di tempo e sempre convinta che stavo facendo qualcosa di importante per me, ma anche utile per gli altri.
Una volta smesso, tutti – ed io per prima – pensavano che avrei sentito un enorme vuoto, anche perché sono single e quasi tutti pensano che da single è più difficile vivere gli anni della pensione. Non è così… ora sono felice di appartenere alla schiera dei pensionati. Adesso gestisco a piacimento il mio tempo libero. Mi piace molto leggere, anzi diciamo pure che divoro una grande quantità di libri. Cerco di tenermi aggiornata su qualsiasi argomento, dalle nuove scoperte scientifiche che mi hanno sempre incuriosito alle notizie di economia che, a differenza di quel che dicono le mie amiche, non mi annoiano per niente. Ma ho anche altri interessi, come andare a teatro e non conosco, quasi più, la parola stress. Frequento gli amici di sempre e le ex colleghe e ho fatto in modo che la malattia non tarpasse la mia voglia di fare ogni tanto qualche viaggio e di curare il mio aspetto. Di recente poi collaboro con un’organizzazione di volontariato per dare sostegno a ragazzi disagiati e questo sicuramente ha dato un senso forte alle mie giornate.       La storia di Erika é stata pubblicata anche su Osservatorio Senior

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Ed eccomi in pensione !

Ci sarò anch’io” ci aveva scritto qualche tempo fa Paty, alle prese con le ansie e le fantasie di chi sta per andare in pensione. Ora che il cambiamento è avvenuto ci racconta come sta vivendo questa nuova fase.

“Eccomi, ora ci sono! Sono in pensione.
Sto occupando il tempo tra nipotini (per i quali cerco di inventare giochi e passatempi) e il mio “cucito creativo”, tra letture e relax, sono ancora in collegamento con i colleghi grazie al gruppo di WhatsApp, ma … mi sento un po’ fuori dal gruppo. Sono andata a scuola ed i ragazzi mi sono corsi incontro, mi hanno abbracciata, ma … non sono più i “miei ragazzi”.
È un’avventura diversa, una vita nuova soprattutto perché dei miei 63 anni ben 43 li ho trascorsi a scuola ed ora mi sento come incompleta, defraudata di un pezzetto di me, ma passerà. Ero abituata ad avere intorno tanta gente ed ora c’è silenzio, nel mio bicchiere mezzo pieno effettivamente l’acqua ogni tanto evapora … cerco di pensare in positivo, non ho più le complicazioni burocratiche del lavoro e non ho più il sovraffollamento di impegni, sicuramente è vero, ma un po’ mi mancano, sarà autolesionismo?
Ci risentiamo tra qualche mese, dopo l’assuefazione a questa nuova vita.”

La storia di Paty é pubblicata anche su Osservatorio Senior

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Vacanze estive

Parlo con Stefano di questa strana estate che richiede, per lo meno a chi si trova nel Nord e in molte zone anche del Centro Italia, di indossare il golfino e di non dimenticare a casa l’ombrello.

“Macché vacanze! – mi dice il 64enne Stefano – L’estate quest’anno non c’è stata, ma non è solo questione di tempo inclemente, anche l’anno scorso che c’erano invece le solite temperature estive e il solito sole non riuscivo a pensare all’estate come ad un periodo di vacanza. Ormai, da quando non ho più i classici orari e ritmi di lavoro, l’agosto per me è un mese come tutti gli altri, l’unica differenza è che se per caso ti viene in mente di fare un viaggio paghi il doppio. D’estate mia moglie ed io ci spostiamo nella casa che abbiamo fuori città per non soffrire troppo il caldo, cosa che quest’anno avremmo potuto benissimo evitare. Ma anche quando siamo fuori città le abitudini non cambiano e le giornate scorrono come al solito.”

Le vacanze sono interruzione di ritmi e stili di vita, riposo dal lavoro, cambiamento rispetto al quotidiano, scoperta di qualcosa di diverso, momento dedicato alle proprie passioni. Se non c’è niente di questo fai fatica a pensarti in vacanza.  Per Angela, che a 60 anni è ancora pienamente  impegnata nella sua attività professionale, le vacanze estive sono ancora un periodo speciale, di “stacco” dai pensieri e dagli orari quotidiani, ma anche lei, che pure amerebbe molto viaggiare, preferisce programmare le vacanze da turista in altri momenti dell’anno. “Ho la fortuna di poter godere di una casetta al mare di famiglia – racconta Angela – Con i miei fratelli siamo d’accordo che le due settimane centrali d’agosto la uso io. Le vacanze le dedico più volentieri a viaggiare ma per i viaggi mi sembra più furbo prendermi una settimana in periodi meno affollati di turisti. Così le due settimane d’estate smetto di pensare alle preoccupazioni di lavoro, faccio passeggiate e mi dedico a fare la cuoca per i figli che vengono a trovarmi con i nipotini, cosa che durante il resto dell’anno non faccio mai. Anche questa è vacanza.”

Diversa l’esperienza di Regina, 62 anni appena compiuti: “Mai vista così tanta gente in città durante l’estate! – testimonia Regina – Per me è sempre stato proibitivo fare lunghe vacanze durante l’alta stagione quindi sono abituata a passare la maggior parte delle ferie estive in città. Tutto sommato, non mi dispiace: si respira un ritmo più rilassato, ti fai una passeggiata in più in centro e le occasioni per vedere una mostra o per andare a vedere un bel film non mancano. Le vacanze vere sono quelle dello spirito e della mente. E più passano gli anni, più te ne rendi conto!”

Tre modi diversi di vivere l’estate da parte di tre senior.  Che vada ripensato il concetto stesso di vacanza, per i senior ?

 

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Una vita che vive ancora

Da parte di Carlo: Sono del”43 e vado per i 71. Nato con destino agricolo a 30 anni mi sposo e faccio il primo cambio di vita diventando agente di commercio, negli anni progredisco e cambio mentre nascono tre figli. A 51 mia moglie di cui ero innamorato come il primo giorno mi lascia stroncata dal cancro. Due anni dopo ho il bisogno di reinventarmi lavorativamente e ritorno a fare l’agente fino a 60 anni cessando per motivi pensionistici e trovando un rapporto da co co pro che fra vari rinnovi dura fino ai 70 anni compiuti e non mi viene rinnovato all’ultima scadenza per motivi legati alla crisi dell’azienda. I figli sono diventati grandi ed hanno una loro vita com’è giusto, io negli anni ho provato a rifarmi una vita ed attualmente frequento da anni una donna con cui stiamo pensando di convivere..io dovrei sentirmi appagato abito a casa mia ed ho una pensione..ma il fatto di essere fuori dal mondo produttivo mi fa vivere malissimo e le giornate sono interminabili….non ho hobby… le mie amicizie sono rimaste tali ma i rapporti sono rarissimi (ognuno preso dai suoi guai) ho anche provato a cercare una occupazione ma il mio annuncio si perde in mezzo alle migliaia di quelli dei giovani…quando sono con delle persone anche giovani avverto una grande ed affettuosa simpatia nei miei confronti ma poi finisce li; il mondo mi sembra girato dall’altra parte….

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Sono stanca di trascorrere il sabato sera da sola!!

Da parte di Liliana: Quando si avvvicina il fine settimana per me comincia il dramma… Le mie figlie escono, come è giusto che sia, ed io, che non ho un compagno perchè dopo la separazione non ho trovato la persona giusta, mi ritrovo senza amici e senza granchè da fare se non tutto l’arretrato che mi trascino dietro dopo una settimana di lavoro… ma io non ho voglia di lavorare! Avrei bisogno di condividere con persone a me simili momenti di spensieratezza e allegria, fare qualcosa per ricaricare le pile e ritrovare la socievolezza e la gioia di vivere che hanno sempre contrassegnato la mia esistenza,ma che, ahimè, mi hanno abbandonato da qualche tempo, spingendomi a rinchiudermi in me stessa ed a rimuginare sulla mia solitudine….  

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