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Un momento in solitudine

Ecco una riflessione e qualche verso inviati da Gioindel, che non intende smettere di sognare:  Ogni giorno passa ed ha le sue vicissitudini.  Ma in ognuno di essi c’è un “momento in solitudine” in cui vorresti capire il senso della vita e il percorso che hai fatto. A vent’anni, anzi a 14, ero un grande progettista della mia vita, avevo le idee chiare di quello che essa sarebbe stata, ma alla fine i miei progetti e la mia vita hanno preso due percorsi diversi.
Quando si dice “l’uomo propone e Dio dispone” è sicuramente vero perchè i miei proponimenti sono stati sconfitti dalla realtà.  Gli amici mi dicono che sono stato e sono un sognatore, ma questo non mi dispiace perchè a me piace chiudere gli occhi e sognare, però vorrei farlo anche a occhi aperti ma ancora una volta la realtà non te lo consente. Nel tempo nella mia vita sono diventato un po’ fatalista, “va come deve andare”, ma ho continuato a sognare per chi mi sta attorno e mi accorgo ancora una volta che nemmeno per loro è così.
Ed è in questo momento di solitudine che mi chiedo: “perchè è difficile realizzare i sogni?”
Un sogno di una vita semplice,
un sogno di una vita serena,
un sogno di una vita d’amore,
semplicemente un sogno di un sognatore …………….
che fino alla fine continuerà a sognare.

Sempre da parte di Gioindel:  “Se…” e “Il tempo”

“Se si sapesse dove vanno e muoiono le nuvole
capiresti che la tua vita è………….una
virgola scritta in un libro chiamato
…………….UNIVERSO!!!!!!!!!!!!”

“Se il tempo……
non si contasse,
io non avrei età
e sarei libero di scherzare
vivere ed amare
……in ogni tempo.”

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Ursa minor

Scrive Renata: “Ciao a tutti coloro che mi leggeranno!
Sono una signora sessantenne, di Roma simpatica e giovanile, che pratica pilates e yoga, fa volontariato in una struttura oncologica: da qui ha imparato a vivere con giusto distacco ed a collocare gli eventi nelle opportune priorità.
Perchè mi sono appellata “ursa minor”? vivo spesso nella mia tana, anche se non mi dispiace la compagnia.
Figli grandi, autonome, vivo da sola, potrei dire felicemente, gestendomi i tempi e i modi della giornata secondo il mio criterio, ormai irrinunciabile .
Ci sono altri orsi in giro??”

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Il tempo da reinventare

Se gli studi sulla felicità dicono che a quarant’anni ce n’è poca, è anche perché a quell’età il proprio tempo lo si percepisce più pilotato da altri e dal contesto che non da sé stessi. Infatti quella non è solo l’età in cui sei nel mezzo del cammin della carriera lavorativa, ma anche l’età in cui le responsabilità verso la famiglia sono all’apice e i tempi dei figli sono prevalenti sui tuoi.

La vita adulta é molto pressante sui tempi, sia per come é organizzato il lavoro sia per la cura e l’educazione dei figli. Sarebbero sufficienti queste due dimensioni per capire come mai la sensazione diffusa a quell’età è che ti manchi il respiro e che non ci sia mai tempo per te stesso.  Come se non bastasse, a completare il quadro delle situazioni ruba-tempo vanno aggiunti gli spostamenti: appuntamenti e viaggi di lavoro, accompagnamenti di figli e familiari nei posti più disparati, commissioni e acquisti che richiedono ore in auto… Insomma, per molti anni l’organizzazione del lavoro, i figli piccoli e gli spostamenti sono un grande vincolo per l’autodeterminazione dei propri tempi di vita.

Poi ad un certo punto capisci che c’è una svolta: sul fronte delle attività che svolgi, sei tu che scegli a cosa vuoi ancora dedicarti, quali sono le altre attività che sono di tuo interesse e lo fai cercando le modalità e i ritmi che ti sono più consoni; sul fronte della famiglia, i figli sono diventati più grandi e più autonomi, spesso se ne sono andati di casa o se ancora vivono in casa fanno vite molto indipendenti.  Anche gli spostamenti sono diversi, perché non si caratterizzano più come il quotidiano tran tran degli orari comandati dalle convenzioni sociali e i momenti di viaggio non devono più essere necessariamente costretti nei periodi di alta stagione.

Tutti questi cambiamenti sono anche segnali di una diversa possibilità di uso del tempo: hai finalmente liberato del tempo prima vincolato e condizionato da altri e lo puoi regolare e dosare di più tu secondo i tuoi ritmi, le tue esigenze e le tue preferenze.

Dopo trenta o quarant’anni ampiamente condizionati dagli impegni sociali lavorativi e familiari, in cui se eri bravo al massimo riuscivi a negoziare qualche minuscolo spazio per fare altro e in cui ti sentivi dentro un tunnel da cui non era previsto il riemergere a breve, finalmente puoi gustare il sapore di un tempo usato in modo più flessibile e più vicino alle tue esigenze del momento.

Inizia una stagione in cui puoi imparare a riprendere il possesso del tuo tempo e a non farti vincere dall’inerzia delle abitudini e degli stili di vita. Un po’ questo spaventa, il rischio di  vivere la nuova opportunità come un abisso di vuoto e di insignificanza c’é. Ma di gran lunga prevalgono le opportunità. E poi puoi sempre decidere in base alle tue priorità di prenderti qualche impegno vincolante, ma l’importante è non ributtarti in un tunnel cieco solo per paura di non sapere come passare la giornata.

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