Silvia Ghidinelli, che ci ha già raccontato il suo cambiamento legato al trasferimento d’abitazione, qui ci racconta del rapporto con i nuovi vicini : “L’estate scorsa ci sono stati i lavori di ristrutturazione dell’alloggio del condominio dove sono andata ad abitare da poco: tre mesi di rumori e di polveri. Infatti sono state abbattute delle pareti, ristrutturato il terrazzo , smantellato il bagno. Quando andavo a seguire lo stato dei lavori salutavo i vicini che mi rispondevano con dei sorrisi forzati e dei mugugni ai quali rispondevo: “Abbiate pazienza, finiremo presto…” foto: vicini di casa
Così, dopo aver fatto trasloco ed essermi sistemata, mi sono sentita in dovere di invitare le famiglie del piano per un caffè, con la scusa di mostrare la ristrutturazione, ma in realtà perché mi sentivo in colpa per il trambusto estivo che avevo causato, mentre ai vicini del piano di sotto ho offerto dei biscotti fatti da me, per i bambini. Ho fatto senz’altro bene, perché da allora i sorrisi dei vicini sono diventati più aperti e i saluti sinceri: avevo compreso il loro disagio.
Così avviene in Italia, perché, nonostante la crisi, i disagi delle ristrutturazioni sono vissuti male, anche se, a pensarci bene, il palazzo ne acquista e i proprietari vedono rivalutati i prezzi dei loro alloggi. Ho letto invece che accade diversamente negli Stati Uniti: grandi città come S. Francisco e New York sono in continuo rifacimentoe restauro: dalle case alle strade, ai grattacieli che necessitano di perenne manutenzione se conservati, oppure vengono demoliti, costruiti e rifatti. Naturalmente il frastuono è terribile e la gente usa le cuffie “ silenzio totale” , spesso inutili, per non sentire. Ma, rispetto all’Italia, di nuovo c’è che nessuno mugugna o si lamenta, per l’Americano è tutto normale, anzi, il frastuono e la polvere delle eterne ristrutturazioni sono la prova che l’economia funziona.
Due punti di vista diversi: il privilegio dell’immobilismo e della conservazione italiani contro il dinamismo e la costruzione continua americana. Voglio ricordarmene in caso di future ristrutturazioni del vicinato…”